Roma, 23 feb. (LaPresse) – “Cambiamo gli schemi #allacciamoli!”. E’ lo slogan scelto da Paddy Power, operatore nel mercato del gaming online di origine irlandese, insieme alle Associazioni Nazionali ArciLesbica ed ArciGay per la campagna di sensibilizzazione contro l’omofobia e la lesbofobia dove si chiama a raccolta tutto il mondo dello sport contro le discriminazioni. L’iniziativa, al secondo anno consecutivo di vita, invita tutti ad un semplice gesto: indossare un paio di lacci color arcobaleno a sostegno dei diritti di tutti. Il lancio delle attività della campagna è stato sancito con la presentazione ufficiale nella sala della Protomoteca del Comune di Roma in occasione della conferenza stampa ‘Lo sport contro l’omofobia’ alla presenza di numerose autorità del mondo istituzionale e sportivo a partire dal sindaco di Roma, Ignazio Marino.
“La nostra amministrazione ha sempre voluto dare segnali diversi dal passato. Roma vuole essere una città accogliente dove tutti devono sapere di avere gli stessi diritti. E quale diritto è più importante di vivere la sfera affettiva come più ci piace? – dice – Abbiamo voluto riconoscere il gesto di amore dei matrimoni gay celebrati all’estero con i registri delle unioni civili, e anche lo sport può lanciare un messaggio di partecipazione e democrazia. Lo sport ci accomuna, ci unisce, ci rende tutti uguali. Gli sportivi, dalla nostra città, oggi possono lanciare un messaggio di grande positività e trasparenza”. La campagna promossa da Paddy Power si articolerà per una settimana dal 23 febbraio al 2 marzo su canali online ed offline dando seguito a quanto fatto nel 2014 visto anche l’enorme successo ottenuto sia in termini di adesioni che di visibilità mediatica (500 articoli di giornale, molti spazi tv e 2 milioni di tweet). A spiegare il potenziale di un’iniziativa del genere è stato poi Alessandro Scordari, responsabile relazioni istituzionali di Paddy Power: “Questa campagna vuole sensibilizzare l’opinione pubblica contro i pregiudizi. Cambiando gli schemi si può sconfiggere l’omofobia, creando un movimento di opinione”, argomenta. “Perché lo sport? Perché è il vettore più potente per veicolare il nostro messaggio. E poi perché sembra che nello sport l’omofobia non esista, invece c’è eccome”.
L’obiettivo è allargare il coinvolgimento tra le massime istituzioni sportive: campioni e campionesse del mondo del calcio, del basket, del rugby, del football americano e della pallavolo oltre ad una serie di personaggi dello star system tutti uniti contro l’omofobia. Ambasciatore d’eccezione della campagna il centrocampista della Roma, Radja Nainggolan. Tra gli altri testimonial della campagna, presenti oggi in Campidoglio, anche gli atleti della nazionale italiana di beach volley e i giocatori della Legio XIII Roma Asd, squadra di football americano. Novità di quest’anno da parte di Paddy Power la costruzione di un ‘Osservatorio sull’omofobia nello sport’ con l’intento di promuovere studi e ricerche per indentificare la percezione sul tema e diffondere un codice etico inclusivo e rispettoso delle differenze individuali incentivando tutto il mondo dello sport ad aderirvi.
“Pensiamo che lo sport sia un luogo importante e privilegiato per la costruzione di quei legami necessari a contrastare il più possibile le discriminazioni – dice Giovanni Martelli consigliera della presidenza del Consiglio in materia di Pari Opportunità – Saremo al fianco di tutte le iniziative che ci saranno. Dobbiamo costruire una società migliore dove il fattore umano sia quella differenza che ci fa progredire”. “La cultura dell’inclusione e del rispetto è senza dubbio uno degli antidoti più efficaci contro l’omofobia – argomenta il presidente Arcigay Flavio Romani – allacciare un paio di lacci rainbow può sembrare un gesto banale ma invece porta un messaggio di accoglienza importantissimo”. “Il cambiamento culturale è una responsabilità di tutti e questa campagna contro l’omo e la lesbofobia nello sport mette al centro proprio questo – gli fa eco Paola Brandolini presidente ArciLesbica – è la partita più importante che ognuno possa giocare, quella che ha come premio libertà e rispetto per le scelte della vita di ognuno”.
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