Città del Vaticano (Vaticano), 17 gen. (LaPresse) – “La battuta sul pugno che il Papa darebbe a chi dicesse una parolaccia contro sua mamma è una battuta e come tale va presa. Tutti sull’aereo hanno riso, anche io l’ho fatto riascoltandola. E’ il suo discorso in generale, piuttosto, che va compreso bene. Francesco ha detto che non si deve reagire violentemente laddove si viene ingiustamente colpiti o insultati, ma è anche vero che a volte si creano situazioni in cui una certa violenza diviene non contenibile”. Così il cardinale Walter Kasper, consigliere di Bergoglio, in un’intervista a Repubblica. Alla domanda su come si concilia il pugno del Papa con l’evangelico ‘porgi l’altra guancia’, Kasper risponde che “Francesco ha evidenziato due comportamenti possibili senza per questo voler giudicare nessuno”. “Dico che ha ragione il Papa – aggiunge a proposito della pubblicazione di vignette offensive su Maometto -. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. Questo è un dato di fatto. Come acquisito è il fatto che uccidere in nome di Dio sia un’aberrazione. Ma la libertà di espressione è sia diritto sia un dovere. Ossia un diritto che comporta anche dei doveri. Fra questi il comprendere che esistono dei limiti e che esiste una responsabilità”. “Mi aspetto da parte dell’Islam – prosegue Kasper – una condanna di qualsiasi interpretazione fondamentalista ed estremista della religione. E mi auguro che questa condanna sia il più possibilmente unanime. A monte ritengo che il problema sia principalmente uno: l’islam è una religione che non riesce ad avere un’unica interpretazione del Corano. Manca di un’ermeneutica seria. Anche l’Antico Testamento presenta dei testi di indubbia violenza, ma noi abbiamo un’ermeneutica che ci ha insegnato a decifrare le parole”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata