Torino, 7 gen. (LaPresse) – La Corte d’appello di Torino, per la prima volta in Italia, ha ordinato ai servizi anagrafici del Comune la trascrizione del certificato di nascita di un bambino nato da due donne in Spagna, che dovrà quindi essere riconosciuto come figlio di entrambe. Come riportato dall’associazione per i diritti Lgbt Articolo 29, il bambino era nato a Barcellona da una donna italiana e una spagnola, attraverso fecondazione eterologa mediante donazione del seme: nello specifico, la donna italiana aveva trasferito il proprio ovulo alla donna spagnola che, dopo fecondazione con seme proveniente da un donatore, aveva portato a termine la gravidanza. Oltre all’utilizzo della fecondazione eterologa, in questo caso si era quindi verificata anche una scissione fra la madre genetica (cui risale l’ovocita fecondato) e la madre biologica (che ha condotto la gestazione).
“La Corte – si legge sul sito di Articolo 29 – ha smentito il tribunale di primo grado (decreto del tribunale di Torino del 21 ottobre 2013), che aveva ritenuto la contrarietà della trascrizione all’ordine pubblico, poichè ha rilevato che il superiore interesse del minore è principio fondamentale dell’ordinamento italiano e che nella fattispecie vi è certamente il preminente interesse del minore a mantenere uno stabile rapporto con entrambe le madri”.
“L’interesse del bambino – scrive ancora l’associazione – deve essere riconosciuto a maggior ragione tenuto conto che le due donne, sposate a Barcellona, sono attualmente divorziate e che senza la trascrizione dell’atto di nascita il bambino, affidato dal tribunale di Barcellona a entrambe le madri, non sarebbe italiano e non potrebbe venire in Italia con la mamma italiana”.
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