Roma, 6 gen. (LaPresse) – Un detenuto della sezione di alta sicurezza di Rebibbia nuovo complesso aveva chiesto un permesso di due ore con scorta per visitare il padre gravemente malato, ma per la Corte di Appello di Napoli non vi era il requisito di imminente pericolo di vita. Qualche giorno dopo, però, l’uomo è morto senza che il figlio detenuto potesse fargli visita. Lo denuncia il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni. L’uomo, 48 anni, in attesa di giudizio a Rebibbia, il primo dicembre aveva chiesto alla Corte d’Appello di Napoli di visitare il padre malato ma i giudici napoletani hanno negato il permesso, giudicando l’uomo non in imminente pericolo di vita. Purtroppo però il 26 dicembre il padre del detenuto è morto, senza che il figlio potesse fargli visita. Il detenuto non ha potuto presenziare alle esequie né vedere la salma prima della cremazione perché un’altra richiesta alla Corte di Appello è rimasta senza risposta.
Per protestare, il 29 dicembre l’uomo ha iniziato uno sciopero della fame, sospeso solo dopo l’intervento degli operatori del garante. “La cosa che più mi rattrista – ha raccontato ai collaboratori del garante – è sapere che mio padre aspettava me per morire. Lo sciopero della fame non me lo riporterà né riuscirà a placare la rabbia di ingiustizia. Voglio solo esprimere pacificamente il mio dolore per evitare che, in futuro, si verifichino altri casi del genere”. Sulla vicenda, il garante Angiolo Marroni, ha inviato una lettera al presidente della prima sezione della Corte di Appello di Napoli.
“Mi chiedo – ha scritto Marroni – sulla base di quale istruttoria ha ritenuto di rigettare l’istanza in questione e se vi siano state ragioni particolari che hanno giustificato un trattamento inumano nei confronti del detenuto in questione. Non vi è dubbio infatti che le condizioni cliniche del padre giustificassero il rilascio del permesso. L’autorizzazione alla vista con scorta avrebbe consentito di bilanciare le esigenze di sicurezza con elementari principi di umanità. Le chiedo inoltre quali siano le ragioni che hanno impedito di rispondere alla richiesta del detenuto di poter presenziare alle esequie”.
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