Città del Vaticano (Vaticano), 21 dic. (LaPresse) – “Con la Cina o meglio con tutta l’Asia bisogna procedere con una politica di piccoli passi, si direbbe in francese des petits pas”. Così a Radio Vaticana mons. Jean-Louis Bruguès, bibliotecario di Santa Romana Chiesa e archivista dell’Archivio Segreto Vaticano, reduce da importanti missioni in diversi Paesi del mondo per sancire intese ed accordi di cooperazione con numerose biblioteche di Stato, tra cui quelle di Cina e Cuba. Ultimo, in ordine di tempo, il protocollo firmato con la Biblioteca Nazionale Serba. “L’attuale governo cinese ha saputo che la Biblioteca del Vaticano aveva 1.200 manoscritti cinesi antichi, dell’ultima Dinastia – ha spiegato -. Dunque ci hanno chiesto di digitalizzare questi manoscritti e quando si sono presentati da me, ho messo due condizioni: la prima, che loro pagassero naturalmente il costo della digitalizzazione; e la seconda, che organizzassero a Pechino una mostra comune tra la Santa Sede e la Cina comunista, nonostante l’assenza di relazioni diplomatiche tra i due Paesi”.

“Mi hanno lasciato alcuni mesi senza risposta – ha proseguito mons. Bruguès – e adesso mi hanno detto che non solo possono organizzare una mostra a Pechino, ma anche nelle principali città universitarie del Paese. Questo accadrà nel 2017. Secondo me, queste mostre – adesso sono diverse mostre – potrebbero costituire una prima piccola tappa verso il mutuo riconoscimento diplomatico”.

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