Bari, 17 dic. (LaPresse) – E’ stato l’unico in tutto il 2014 a denunciare il tentativo di estorsione a suo carico il 25 settembre scorso. Grazie all’imprenditore sono partite le indagini della polizia di Lecce e stanotte Antonio Calò, di Nardò, residente a Surbo, 31 anni, e Francesco Lipari, detto ‘il sogliola’ per la sua passione per la pesca, 45 anni, di Lecce, sono stati arrestati in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Lecce Giovanni Gallo su richiesta del pm Carmen Ruggiero per estorsione aggravata dalle modalità mafiose.
Il 24 settembre scorso ‘il sogliola’ si sarebbe presentato nel cantiere di Surbo, nel Leccese, dell’imprenditore edile di Nardò specializzato nell’installazione di impianti idrici ed infrastrutture stradali. Aveva avvicinato un dipendente e dopo essersi dimostrato al corrente di tutti i lavori che l’azienda stava effettuando in quel periodo, aveva detto di volere dal titolare 5000 euro “per far mangiare gli amici”. Se la somma non fosse stata pagata gli avrebbero bruciato gli automezzi aziendali. Non avendo ottenuto i soldi Lipari, aveva proseguito con le minacce, alzando il tiro. Se lo avessero denunciato senza pagare si sarebbe vendicato appena uscito di prigione. In questa occasione si era anche fatto accompagnare da Calò, tra l’altro ai domiciliari per droga.
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