Roma, 3 dic. (LaPresse) – L’Italia è la nazione più corrotta in Europa. Lo rivela l’Indice di percezione della corruzione (Cpi) 2014, in cui lo Stivale si piazza, come l’anno scorso, al 69esimo posto nel mondo, insieme a Romania, Grecia e Bulgaria. Per tutti e quattro i Paesi il punteggio è di 43 su 100. A livello globale si distinguono in negativo Francia (69 punti su 100), Cina (36) e Turchia (45) che perdono diverse posizioni rispetto all’anno scorso, mentre rimangono in cima alla classifica dei Paesi più virtuosi Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia. Il rapporto è stato presentato oggi a Roma, insieme ad ‘Allerta anticorruzione (Alac)’ di Transparency International Italia, l’innovativo servizio per le vittime o i testimoni di casi di corruzione. Presenti all’incontro Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, e Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria.
Il servizio Alac fornirà assistenza a chi decide di segnalare episodi di corruzione, tramite il software Globaleaks, che permette l’invio di segnalazioni in totale sicurezza e anonimato. Secondo i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, è proprio la paura, unita alla sfiducia e alla convinzione che nulla cambierà, ad agire come deterrente per la denuncia di episodi di corruzione. È per questo che solo il 56% degli italiani è disposta a segnalare un episodio di corruzione, rispetto alla media globale del 69%.
“Il CPI 2014 evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico. Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione,” ha detto Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia.
“Il lavoro iniziato quest’anno dall’Anac siamo sicuri che darà i suoi frutti – aggiunge – ma c’è bisogno anche del supporto dei cittadini. Solo grazie al loro coinvolgimento sarà possibile portare alla luce gli illeciti che altrimenti continueranno a rimanere insabbiati. Per questo motivo abbiamo dato vita al servizio ‘Allerta anticorruzione (Alac)’, per tutti coloro che vogliono segnalare un caso di corruzione ma sono spaventati o sfiduciati dalle istituzioni. Noi possiamo aiutarli facendo in modo che il caso venga allo scoperto, superando così il muro di impunità che ancora oggi protegge i corrotti”.
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