Bari, 29 ott. (LaPresse) – Erano ben nascoste tra la vegetazione le trappole sistemate dai bracconieri e pericolose anche per l’uomo. Diciotto in tutto, costituite da lacci di acciaio spinato con lunghezza variabile tra i 2 e 4 metri e diametro di 6 millimetri, e una tagliola a scatto in ferro, costruita artificialmente e lunga circa 1,5 metri e larga 60 cm, utilizzate per la caccia ai cinghiali. Le hanno scoperte e sequestrate gli uomini del corpo forestale del comando stazione di Ruvo di Puglia durante un servizio antibracconaggio in località Lama Pagliara, nel barese, all’interno del parco nazionale dell’Alta Murgia. Tutti strumenti che la normativa sull’esercizio venatorio considera vietati essendo tra l’altro mezzi a cattura non selettivi e potenzialmente pericolosi per tutta la fauna.
Non sono solo gli animali a essere in pericolo, dato che i lacci d’acciaio e la tagliola sequestrati potevano arrecare danni anche a escursionisti e ricercatori di funghi. “Purtroppo – afferma il coordinatore del coordinamento territoriale per l’ambiente del Pnam di Altamura – i bracconieri nonostante i numerosi controlli effettuati dagli uomini del Cta di Altamura e dai comandi stazione di Ruvo, Altamura, Gravina e Andria continuano l’attività illegale, e per eludere i controlli dei forestali, si sono organizzati con sistemi di caccia silenziosi, non convenzionali, con l’ausilio di mezzi vietati. Ultimamente è stata accertato anche l’utilizzo di potenti e grandi balestre. Dall’inizio dell’anno sono 14 i bracconieri denunciati alle autorità competenti e davvero numerose sono le armi e le munizioni sequestrate”.
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