Genova, 15 ott. (LaPresse) – Si sono organizzati in maniera volontaria già da sabato per dare una mano in piazza senza neppure essere dotati di pale e guanti, ma il Comune di Genova, che avrebbe dovuto impiegarli nei lavori socialmente utili, non è riuscito a far in modo di ‘spostare’ questo esercito di oltre 700 lavoratori sulla grave emergenza in città.

“Siamo tutti operai specializzati in grado di guidare mezzi pesanti o di gestire impianti elettrici o idraulici o, ancora, di coordinare i tanti ragazzi che in questi giorni hanno lavorato senza sosta rischiando anche di farsi male – racconta Adriano, tuta dell’Ilva e stivali infangati, che insieme a una ventina di colleghi, ha appena finito di ripulire una cantina di un privato in zona Brignole – ma il Comune non ci ha permesso di farlo”.

“Anche questa mattina dopo aver parlato ieri con un dirigente del Comune, in piazza della Vittoria doveva esserci un referente per coordinarci ma non è arrivato nessuno così anche oggi ci siamo mossi in autonomia facendoci dare guanti e pale dai privati e abbiamo aiutato chi aveva bisogno di una mano”. Intanto i lavori socialmente utili non sono partiti se non per pochi: “Io dovrei essere impiegato in Amiu – spiega un lavoratore – e qualche ora l’ho fatta ma oggi sono qui come volontario”.

“Molti di noi in questi giorni si presentano al posto di lavoro assegnato dal Comune – aggiunge Luciano – e vengono rimandati a casa perché non tutti sono riusciti a organizzare i lavori di pubblica utilità. E’ comprensibile che ci siano dei ritardi visto quello che è successo, ma non lo è il fatto che non siano riusciti a spostarci sull’emergenza e nemmeno a indicarci come volontari le zone dove il nostro contributo sarebbe servito di più. Siamo disponibili anche a spostarci nell’entroterra, ma qualcuno deve essere in grado di prendere delle decisioni, e questo non è ancora avvenuto”.

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