Roma, 10 set. (LaPresse) – L’infedeltà nella coppia è sempre più tecnologicamente assistita e nel 40% dei divorzi i social network paiono avere un ruolo fondamentale. Lo afferma Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli Avvocati matrimonialisti italiani. “Nel mondo occidentale e soprattutto in Italia – spiega il legale – i social network stanno contribuendo a sfasciare molte famiglie, perché rappresentano un sistema veloce ed immediato per intrattenere rapporti interpersonali, allacciare nuove amicizie e tradire il partner”.
“Ovviamente non è lo strumento in sé a fare del male – aggiunge l’avvocato – ma è indubbio che amplifichi a dismisura le voglie e le possibilità del fedifrago seriale e di quello occasionale. Secondo una indagine del Centro Studi dell’Ami – ha continuato – basato sull’incrocio dei dati provenienti da molti studi legali, WhatsApp ha superato Facebook in termini di ‘pericolosità’. Tanto è vero – spiega il matrimonialista – che nel 40% dei casi le infedeltà si scoprono ormai con WhatsApp, che è un modo, ancora più rapido di Facebook e di Twitter, per mandare messaggi ed immagini in tempo reale e a costo zero. Pertanto WhatApp non solo porta all’appuntamento con l’amante ma anche all’appuntamento davanti al giudice”.
“Controversa è l’utilizzabilità dei messaggi su WhatsApp – afferma Gassani – che di solito il tradito fotografa e allega come prova dell’adulterio. Sul punto la giurisprudenza non è univoca e costante, seppure molti Tribunali ammettano messaggini, cuoricini e faccine come dimostrazione del tradimento. Perciò attenzione – ha avvertito l’avvocato – un cuoricino o uno smile di troppo possono costare risarcimenti, appartamenti e anni di causa”.
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