Roma, 5 ago. (La Presse) – Su tutta la penisola italiana si sono verificate, nel mese di luglio, il 74% di precipitazioni in più e circa mezzo grado di temperatura in meno rispetto alla media degli anni 1971-2000. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di una estate “in tilt”. Le condizioni climatiche dell’ultimo mese sono state, infatti, proibitive per gli animali in alpeggio, in quanto i continui temporali hanno impedito di fare fieno e le temperature rigide hanno ridotto la crescita dell’erba. Gravissima, dice Coldiretti, è anche la situazione sui terreni allagati, dove è impossibile effettuare le attività di raccolta e quelle di semina dei nuovi cicli di ortaggi.

Il brutto tempo ha colpito duramente sia le aziende stanziali, sia quelle che ancora seguono la transumanza, con effetti in termini di produzione di latte e di accrescimento dei singoli capi. Vita dura anche per le api costrette a restare a terra e a rimetterci è la produzione di miele che potrebbe subire un calo fino al 70 per cento nel nord e nel sud Italia, mentre nel centro si parla di un taglio del 40 per cento. Il raccolto di miele italiano rischia, quindi, di essere seriamente compromesso e disomogeneo per aree. Se le condizioni di maltempo dovessero perdurare, a risentirne sarebbero anche i prodotti che comunemente si portano in tavola dalle mele alle mandorle, dalle pesche alle pere, dalle melanzane all’uva, dai cetrioli alle fragole.

Ma a preoccupare sono soprattutto i danni diretti causati non solo alle colture, ma anche alle stesse strutture aziendali. Attesa febbrile anche per la vendemmia che dipenderà molto dalle condizioni che si verificheranno nei prossimi giorni, ma che, sin da ora, conta un aumento dei costi di produzione per difendere viti e alberi da frutto. “Ai danni diretti all’agricoltura si sommano conclude la Coldiretti – quelli indiretti provocati dal calo di consumi dei prodotti stagionali con un conto per l’agroalimentare ed il turismo che supera il miliardo di euro”.

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