Torino, 15 lug. (La Presse) – A Torino i locali della movida dovranno chiudere all’una dal lunedì al mercoledì e alle due dal giovedì alla domenica. Lo ha annunciato il sindaco di Torino, Piero Fassino, a una conferenza stampa in prefettura che ha seguito una riunione straordinaria sulla sicurezza a San Salvario. “Porteremo in giunta – ha detto Fassino – un’ordinanza sugli orari di apertura dei locali che consenta una vita creativa e notturna per tutti ma anche a coloro che vivono in determinati quartieri di andare a dormire a una certa ora. Io sono un uomo normale e ragiono da uomo normale”.
“Stiamo lavorando – ha proseguito il sindaco – a un tavolo interforze. L’esperienza della cosiddetta pattuglia interforze è stata positiva e vogliamo proseguirla. C’è un problema di pulizia e nei prossimi giorni partirà lo spazzamento straordinario delle strade dopo la chiusura dei locali, alle due. Inoltre forniremo la zona di più campane di vetro, perché uno dei detriti più comuni è il vetro”.
Le zone interessate dall’ordinanza sono San Salvario, piazza Vittorio e i Murazzi, Vanchiglia e il Quadrilatero romano. “I nostri vigili – ha spiegato Fassino – sono impegnati quotidianamente per tutelare la sicurezza dei cittadini, è una prorità per noi garantire che possano vivere sicuri e in clima di serenità. L’impegno è molto forte e non è corretto dare l’immagine di una città in cui la sicurezza è trascurata. Sulla movida ci sono tre diritti di cui tenere conto: quello di chi vive lì e vuole dormire a una certa ora, il diritto di chi ha un’attività e quello dei cittadini che vogliono vivere ore di svago cogliendo le opportunità del loisir e della cultura. Sono tutti e tre importanti. La complessità è renderli compatibili”.
“C’è poi – ha precisato Fassino – un altro tema, quello della droga e dello spaccio, fenomeno di illegalità che richiede l’intervento delle forze di polizia. Certo che i più recenti provvedimenti assunti in materia di sfoltimento delle carceri non aiuta, questo è chiaro. Ma si pone la necessità di una verifica sugli esiti di queste misure, perché si rende meno efficace l’azione di contrasto. È un tema che esula dalle nostre competenze che va affrontato. Come presidente dell’Anci mi sono rivolto ai ministri della Giustizia e degli Interni perché si faccia una verifica”.
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