Ragusa, 9 lug. (LaPresse) – Un 22enne tunisino è stato fermato dalla polizia giudiziaria perché ritenuto lo scafista dei 297 eritrei arrivati lunedì a Pozzallo (Ragusa). I profughi erano stati soccorsi a sud di Malta ed erano stati portati in Sicilia dalle motovedette della guardia costiera. Una trentina di agenti della polizia aveva partecipato alle operazioni di sbarco, insieme alla protezione civile, alla Croce rossa e a molti volontari. Tutti i migranti sono stati portati al Cpsa di Pozzallo, dal quale sono partiti i 300 superstiti del tragico sbarco del primo luglio, nel quale hanno perso la vita almeno 45 persone.

Le indagini hanno permesso di individuare quasi immediatamente lo scafista, l’unico non eritreo a bordo del peschereccio. Dopo un lungo interrogatorio il 22enne ha confessato. Il giovane aveva nascosto 3mila dollari all’interno della stringa della ciabatta infradito che indossava, considerati parte del guadagno ottenuto proprio come scafista. Altro denaro era già stato depositato su un libretto postale, sequestrato dagli agenti.

Ogni migrante ha pagato in media 1.500 dollari per un totale di circa 450mila dollari che sono andati quasi tutti agli organizzatori e, così come riferito dallo scafista, i 3mila dollari erano il suo ‘compenso’. Il 22enne ora si trova nel carcere Ragusa a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Dall’inizio del 2014 ad oggi sono 62 gli scafisti arrestati dalla polizia giudiziaria a Pozzallo.

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