Gorizia, 3 lug. (LaPresse) – I finanzieri di Gorizia hanno individuato un filone investigativo relativo a dieci società di diritto estero comunitario ed extracomunitario completamente sconosciute al fisco che hanno evaso oltre 44 milioni di euro ai fini della imposte dirette ed impiegato irregolarmente oltre 500 lavoratori dipendenti. L’operazione si inserisce in una più ampia strategia di contrasto all’evasione fiscale a carattere internazionale condotta dalle fiamme gialle goriziane e finalizzata all’individuazione di quelle attività imprenditoriali che, pur mantenendo la propria sede legale in Paesi esteri sia comunitari che extracomunitari, avevano un’organizzazione stabile e permanente in Italia: in questo modo riuscivano a sottrarsi all’imposizione fiscale nazionale per i redditi prodotti.

In particolare, gli investigatori hanno posto sotto la lente di ingrandimento gran parte delle società estere operanti nel settore della cantieristica navale della provincia, verificandone analiticamente il corretto assolvimento degli obblighi fiscali nazionali. Dai controlli sono appunto emerse molteplici anomalie, di cui ad oggi, una decina di società di carpenteria navale risultate essere completamente sconosciute al fisco. L’analisi di tutta la documentazione contabile raccolta nel corso delle complesse operazioni d’indagine ha permesso alle fiamme gialle di ricostruire analiticamente il reale volume d’affari delle imprese, risultate completamente prive di alcun impianto contabile, nonché di dare piena contezza dell’ammontare di tutte le prestazioni lavorative effettuate nel territorio nazionale ed i cui redditi prodotti sono stati abilmente sottratti all’imposizione fiscale italiana.

Il meccanismo fraudolento si è dimostrato particolarmente redditizio quanto banale: le imprese, forti del fatto di mantenere la propria sede legale in un Paese estero e approfittando della strategica posizione geografica del territorio goriziano, evitavano semplicemente di presentare la dichiarazione dei redditi prodotti per il periodo relativo alla permanenza sul territorio nazionale, adducendo quale giustificazione l’aver ottemperato ai previsti obblighi fiscali nel proprio Paese d’origine. In tale maniera, i soggetti eludevano astutamente entrambi i sistemi impositivi, nella piena convinzione delle oggettive difficoltà della quantificazione temporale della permanenza lavorativa all’interno del Paese ospitante. Complessivamente sono stati anche denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per le violazioni previste e punite dal D.Lgs. 74/2000 in materia di reati tributari, 11 rappresentanti legali delle società individuate.

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