Terni, 26 giu. (LaPresse) – Un’organizzazione italo-albanese, finalizzata all’ingresso illegale in Gran Bretagna di cittadini albanesi, passando per l’Italia e utilizzando documenti falsi, è stata smantellata ieri dalla polizia di frontiera di Fiumicino, in collaborazione con le questure di Terni, Viterbo e Latina, la polizia di Ciampino e di Civitavecchia e il reparto Prevenzione crimine del Lazio. Le indagini, iniziate nell’ottobre del 2012, hanno portato complessivamente all’arresto di 21 persone, di cui 13 solo nella mattinata di ieri, per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Per lo stesso reato sono state denunciate 40 persone e 120 sono state raggiunte da avvisi di garanzia. L’organizzazione criminale chiedeva dai 6.000 ai 10.000 euro per l’espatrio illegale dall’Albania, riuscendo a far entrare in Gran Bretagna una media di 5/7 persone a settimana, tutti albanesi di giovane età.

Per quanto riguarda Terni, le attività sono iniziate nella nottata di mercoledì. Quindici gli agenti impegnati, tra squadra mobile e la divisione anticrimine, che hanno perquisito sei abitazioni in città e nel comune di Amelia, dove è stato arrestato un cittadino albanese di 27 anni, mentre per la moglie connazionale di 21 anni, con precedenti penali per favoreggiamento dell’ingresso illegale, è stato disposto l’obbligo di dimora. Obbligo di dimora anche per un altro cittadino albanese di 26 anni, un muratore residente ad Amelia. Quattro i denunciati, tutti italiani poco più che ventenni, di cui uno naturalizzato di origini ucraine, disoccupati o con lavori saltuari. Sono accusati di aver venduto i loro documenti di identità dopo averli denunciati come smarriti.

Uno di loro ha anche ammesso di non aver mai preso gli 800 euro che gli erano stati promessi per il suo passaporto e la sua carta di identità. “Mi hanno offerto da bere – ha raccontato – e non mi hanno più dato i soldi e io non ho insistito perché ho paura degli albanesi”. Un altro, invece, con precedenti per furto, ha detto di aver ricevuto 200 euro per la carta di identità. Durante le perquisizioni sono state sequestrate decine di telefoni cellulari, pc e tablet.

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