Amman (Giordania), 24 mag. (LaPresse) – “Colgo questa opportunità per rinnovare il mio profondo rispetto e la mia stima per la comunità Musulmana, e manifestare apprezzamento per il ruolo di guida svolto da Sua Maestà il Re nel promuovere una più adeguata comprensione delle virtù proclamate dall’Islam e la serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni”. E’ con una concreta prova di dialogo interreligioso che si è aperto il viaggio di Papa Bergoglio in Terra Santa. Il Santo Padre ha incontrato il re e la regina di Giordania nel palazzo presidenziale di Amman, dove ha tenuto il primo discorso ufficiale della tre giorni. “Lei è noto come uomo di pace e artefice della pace… Grazie!”, ha detto il Santo Padre rivolgendosi a re Abdallah II, al quale ha rivolto parole di “riconoscenza” per avere “incoraggiato diverse importanti iniziative a favore del dialogo interreligioso per la promozione della comprensione tra ebrei, cristiani e musulmani”.

L’INCONTRO CON I RIFUGIATI. La visita del Pontefice è proseguita a a Bethany beyond the Jordan, nell’area del sito del Battesimo di Gesù. Accolto dal Re di Giordania, il Santo Padre ha visitato il sito del Battesimo fino alla riva del fiume Giordano, raccogliendosi in preghiera. Successivamente, nella chiesa latina ancora in costruzione e la cui prima pietra venne benedetta da Papa Benedetto XVI durante la sua visita nel 2009, il Santo Padre sta incontrando circa 600 persone, tra rifugiati e giovani disabili.

L’APPELLO PER LA PACE. “Io mi domando chi vende le armi a questa gente per fare la guerra? Tutti vogliamo la pace. Questo ci deve fare pensare. Diciamo una parola a questa povera gente affinché si penta”, ha affermato Bergoglio durante l’incontro con i rifugiati e con i disabili. Poi Francesco ha ribadito il suo impegno per la Siria. “Penso in primo luogo alla Siria, lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi”. “La soluzione” del conflitto, ha spiegato ancora il Santo Padre, “può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli”.

GIORDANIA TERRA OSPITALE. “Ringrazio le autorità e il popolo giordano per la generosa accoglienza di un numero elevatissimo di profughi provenienti dalla Siria e dall’Iraq, ed estendo il mio grazie a tutti coloro che prestano la loro opera di assistenza e di solidarietà verso i rifugiati”, ha sottolineato il Pontefice che ha concluso il suo intervento chiedendo alla comunità internazionale “perché non lasci sola la Giordania nel far fronte all’emergenza umanitaria derivante dall’arrivo sul suo territorio di un numero così elevato di profughi, ma continui e incrementi la sua azione di sostegno e di aiuto”.

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