Città del Vaticano (Vaticano), 20 mag. (LaPresse) – “E’ stata una grazia la presenza del Santo Padre”. Così il cardinale Angelo Bagnasco ha aperto il suo intervento nella seconda giornata della 66esima Assemblea generale della Cei, avviata ieri alla presenza di Papa Francesco. “Il suo discorso – ha aggiunto – andrà meditato e fatto nostro ben oltre l’emozione o la cronaca del momento”.

Bagnasco ha toccato numerosi temi di attualità, a partire dall’immigrazione. “Sotto i nostri sguardi – ha detto – si consuma l’esodo di popoli che guardano a noi come alla terra promessa: pur di giungervi, non esitano a mettersi nelle mani di mercanti di morte”. “A fronte di quanto sta accadendo – ha aggiunto il presidente della Conferenza episcopale italiana -, sciagure e drammi rispetto ai quali nessuno può rimanere indifferente, non basta l’indignazione occasionale”. Bagnasco non ha risparmiato accuse ai decisori politici: “Non possiamo rinunciare a dire alla politica – ha affermato -, specialmente alla politica europea, la sterilità di polemiche che rimbalzano le responsabilità. Se l’Europa vuole presentarsi come ‘casa comune’, e non un insieme di interessi dove chi è più forte prevale, non può tirarsi indietro e guardare infastidita”.

Il presidente della Cei ha poi parlato di lavoro. “Chiediamo a chi ne ha la possibilità – ha detto – di tornare a investire con coraggio, accettando di affrontare i rischi di questa stagione, senza attendersi, specie nel breve tempo, grandi ritorni”. “Nel contempo – ha aggiunto -, chiediamo che siano reali, efficaci e veloci le misure di agevolazione fiscale agli imprenditori disposti a coinvolgersi per creare lavoro”.

A proposito della famiglia, Bagnasco ha detto che è “l’impresa più importante del Paese”. “Con fermezza, rispetto e insistenza – ha affermato – torniamo a chiedere alle autorità responsabili di avviare politiche che esprimano un sì convinto alla ‘famiglia senza surrogati'”.

Il presidente della Cei ha parlato anche del ruolo della scuola, “un tassello decisivo nella costruzione della città dell’uomo, una condizione necessaria per aprirsi alla realtà così com’è, non come spesso viene rappresentata in modo virtuale”. “L’educazione – ha aggiunto richiamando le parole del Papa – non può essere neutra: arricchisce la persona o la impoverisce, la fa crescere o la deprime, persino può corromperla”.

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