Torino, 29 apr. (LaPresse) – “Non so se ho più paura o più ribrezzo per quelle mani”. Così su twitter Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, commenta i 5 minuti di applausi da parte del sindacato autonomo della polizia (Sap) per tre dei quattro poliziotti condannati in via definitiva per la morte del figlio. Era il 25 settembre 2005, Federico all’epoca aveva 18 anni e fu sottoposto a un controllo a Ferrara dagli agenti Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani, in seguito al quale morì. Coinvolta anche la poliziotta Monica Segatto. Oggi i tre uomini erano presenti al congresso nazionale del Sap che si è tenuto a Rimini. La condanna per loro è arrivata il 21 giugno 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo. Tre anni e sei mesi di carcere dei quali tre coperti da indulto.

“Poco fa mi ha chiamato. Io avevo spento il cellulare perchè sono veramente affranta. Mi ha aiutato molto sapere che quella parte della politica mi è vicina”. Patrizia Moretti, ha confermato di aver ricevuto una telefonata di solidarietà dal premier Matteo Renzi. “Credo però – ha aggiunto – che sia ora di intervenire. Credo che la solidarietà non basti più alle persone come me”. E ha annunciato: “Non si può applaudire a degli agenti condannati per un reato così grave. Mi chiedo addirittura se non sia sovversivo. Lo chiederò al presidente Renzi e soprattutto al presidente Napolitano”. Anche il capo della polizia, Alessandro Pansa, ha telefonato alla madre di Aldrovandi, fissando un incontro per i prossimi giorni.

La madre di Aldrovandi ha poi ricordato che “in passato è stato il nuovo segretario Tonelli, che si era già espresso a favore dei poliziotti, forse si sente molto coinvolto”. La signora Moretti ha fatto riferimento alle dichiarazioni del neo eletto segretario – e prima presidente – del sindacato autonomo di polizia (Sap) Gianni Tonelli che a febbraio avava parlato di “macchina del fango” contro la polizia e nel 2006 si era pronunciato apertamente a difesa degli agenti. “Ma più di lui – ha aggiunto – mi preoccupa l’applauso di tante persone del sindacato più rappresentativo della polizia in Italia. Lo trovo pericoloso“.

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