Città del Vaticano (Vaticano), 6 mar. (LaPresse) – “Sappiamo bene che né il lassismo né il rigorismo fanno crescere la santità. Non santificano il prete, e non santificano il fedele. La misericordia invece accompagna il cammino della santità, la fa crescere. In che modo? Attraverso la sofferenza pastorale, che è una forma della misericordia. Che cosa significa sofferenza pastorale? Vuol dire soffrire per e con le persone, come un padre e una madre soffrono per i figli, anche con ansia”. Lo ha detto, nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco, incontrando il Clero della diocesi di Roma per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima. “Per spiegarmi faccio anche a voi alcune domande che mi aiutano quando un sacerdote viene da me – ha aggiunto il Pontefice – Tu piangi? O abbiamo perso le lacrime? Piangi per il tuo popolo? Quando un bambino si ammala, quando muore. Fai la preghiera di intercessione davanti al Tabernacolo? Lotti con il Signore per il tuo popolo?”. “La sera – ha chiesto ancora papa Francesco – come concludi la tua giornata? Con il Signore? O con la televisione? Com’è il tuo rapporto con quelli che aiutano ad essere più misericordiosi? Bambini, anziani, malati. Sai accarezzarli?”. Poi Bergoglio è tornato ancora sul concetto di “prossimità”.
“Capita spesso, a noi preti, di sentire l’esperienza di nostri fedeli che ci raccontano di aver incontrato nella Confessione un sacerdote molto ‘stretto’, oppure molto ‘largo’, lassista o rigorista. Questo non va bene – ha detto ancora Papa Francesco – Che tra i confessori ci siano differenze di stile è normale, ma queste differenze non possono riguardare la sostanza, cioè la sana dottrina morale e la misericordia”. “Né il lassista né il rigorista rende testimonianza a Gesù Cristo, perché né l’uno né l’altro si fa carico della persona che incontra – ha aggiunto – Il rigorista infatti la inchioda alla legge intesa in modo freddo e rigido; il lassista invece solo apparentemente è misericordioso, ma in realtà non prende sul serio il problema di quella coscienza, minimizzando il peccato. La vera misericordia si fa carico della persona, la ascolta attentamente, si accosta con rispetto e con verità alla sua situazione, e la accompagna nel cammino della riconciliazione. Il sacerdote veramente misericordioso si comporta come il Buon Samaritano, ma perché lo fa? Perché il suo cuore è capace di compassione, è il cuore di Cristo”.
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