Città del Vaticano (Vaticano), 26 ott. (LaPresse) – “La vita spesso è faticosa. Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. Trovare lavoro oggi ci chiede tanta fatica. Ma quello che pesa di più nella vita non è questo, quello che pesa di più è la mancanza di amore”. Lo ha detto papa Francesco rivolgendosi alle famiglie provenienti da tutto il mondo che si sono radunate in piazza San Pietro in occasione del pellegrinaggio delle famiglie al sepolcro dell’Apostolo Pietro nell’Anno della fede. La piazza era gremita e il Pontefice è arrivato attorniato da bambini e da palloncini colorati. Durante il pomeriggio si sono alternati gli interventi delle varie famiglie e momenti musicali. Fra gli ospiti illustri anche il pianista Giovanni Allevi, la cantante Noemi e la ex conduttrice e soubrette Lorella Cuccarini. “Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti – ha detto ancora il Pontefice -. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante. Penso agli anziani soli, alle famiglie che fanno fatica perché non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di attenzioni speciali e di cure”.

INTERNET PIAZZA GLOBALE – Durante il suo discorso, sempre rivolgendosi alle famiglie, in Papa ha detto anche, dimostrando in questo modo ancora una volta la sua forte comunicatività: “Siete venute pellegrine da tante parti del mondo per professare la vostra fede davanti al sepolcro di San Pietro. Questa piazza vi accoglie e vi abbraccia: siamo un solo popolo, con un’anima sola, convocati dal Signore che ci ama e ci sostiene. Saluto anche tutte le famiglie che sono collegate mediante la televisione e Internet: una piazza che si allarga senza confini!”.

FAMIGLIE RIFIUTINO CULTURA PROVVISORIO – Rivolgendosi alle giovani coppie ha spiegato: “Chi si sposa nel Sacramento dice: ‘Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita’. Gli sposi in quel momento non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. Questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, per sempre, senza fare caso a questa cultura del provvisori che ci taglia la vita a pezzi. Gli sposi cristiani – ha aggiunto ancora – non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli. – Ma oggi, Padre, è difficile -. Certo, è difficile. Per questo ci vuole la grazia del Sacramento!”. “I Sacramenti non servono a decorare la vita – ha proseguito il Pontefice – il Sacramento del matrimonio non è una bella cerimonia! I cristiani si sposano nel Sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno. Ne hanno bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di genitori. ‘Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia’. E nel loro Matrimonio pregano insieme e con la comunità. Perché? Solo perché si usa fare così? No! Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme, hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno!”.

I NONNI – “I nonni sono la saggezza di una famiglia, di un popolo, e un popolo che non ascolta i nonni è un popolo che muore”, ha detto infine Francesco.

PERMESSO, GRAZIE E SCUSA – “Nelle famiglie è importante sapersi perdonare – ha ribadito ancora – perché tutti noi abbiamo difetti. Bisogna avere il coraggio di chiedere scusa quando in famiglia sbagliamo. Alcune settimane fa in questa piazza ho detto che per portare avanti una famiglia bisogna usare 3 parole – ha spiegato il Pontefice -: permesso, grazie e scusa. Chiediamo ‘permesso’ per non essere invadenti, diciamo ‘grazie’ per l’amore ma quanti giorni passano senza dire ‘grazie’? E l’ultima parola, ‘scusa’: a volte volano i piatti, si dicono parole forti, ma non finite la giornata senza fare la pace. La pace in famiglia si fa tutti i giorni”.

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