Grosseto, 24 set. (LaPresse/AP) – Il collegio giudicante del tribunale di Grosseto, che si sta occupando del processo a carico dell’ex capitano della Costa Concordia, Francesco Schettino, per il naufragio davanti all’isola del Giglio, ha stabilito che i periti saliranno di nuovo sulla nave per effettuare nuovi accertamenti, una volta che questa sarà messa in sicurezza.
Durante la giornata gli avvocati di Francesco Schettino, che continua a sostenere di non essere l’unico responsabile del naufragio della Concordia, hanno chiesto che siano fatte indagini su altri fattori che potenzialmente avrebbero potuto portare al naufragio, fra i quali il non corretto funzionamento dei generatori e delle porte stagne. Il giudice ha stabilito, venendo incontro alla difesa di Schettino, che siano analizzate anche le eliche e il timone della nave.
A difendere Schettino – che, se condannato con le accuse di omicidio colposo e di abbandono di nave, rischia fino a 20 anni di carcere – anche Daniele Bocciolini, un avvocato di alcuni passeggeri sopravvissuti. “Schettino è l’unico imputato, ma non è l’unico responsabile – ha affermato il legale – Non è responsabile per le scialuppe di salvataggio che non potevano essere lanciate in mare né per i generatori di emergenza che non hanno funzionato”. Oggi Schettino, uscendo dal teatro Moderno di Grosseto ha detto: “Voglio che emerga la verità”.
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