Dal nostro inviato Fabio De Ponte
Isola del Giglio, 16 set. (LaPresse) – “La sfiga che per la legge di Murphy aleggia su di noi” continua a generare imprevisti “ma noi abbiamo la ruota di scorta”. Con questa battuta il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha riassunto il senso della giornata di operazioni al Giglio per la rotazione del relitto della Costa Concordia. Tre sono stati gli imprevisti principali. Il primo è stato il temporale che ha colpito l’isola nella notte prima dell’inizio dei lavori, costringendo i tecnici a sospendere la fase di preparazione e far slittare l’avvio di tre ore, dalle sei alle nove. Il secondo è stato un problema con i cavi: per evitare che i tratti recuperati nel corso del tiro non andassero ad interferire con quelli rimasti in tensione è stato necessario l’intervento di una squadra dedicata, che ha comportato una sospensione di un’ora. Il terzo imprevisto è stato un progresso generale dei lavori più lento di quanto atteso. Questi tre elementi insieme hanno provocato una dilatazione consistente dei tempi. Inizialmente il termine dei lavori era previsto per le cinque del pomeriggio, poi slittato a sera. “Vorrà dire che invece del tè faremo la cena”, aveva esorcizzato Gabrielli stamane. Invece si finirà per colazione. “Andremo avanti a oltranza tutta la notte”, ha annunciato infatti nell’ultimo briefing. Secondo le ultime indicazioni, le operazioni dovrebbero terminare intorno alle sei.
GABRIELLI: “CHIEDETEMI PERCHE’ NON HO PREVISTO LA SFIGA”. Questo stillicidio di previsioni mancate ha provocato un fuoco di fila di domande dei cronisti, che hanno incalzato Gabrielli, che alla fine è sbottato: “Invece di dire ‘bravo perché ti sei premunito e hai risolto i problemi’ ti chiedono: ‘perché non hai calcolato anche la sfiga?'”. In suo sostegno si è speso il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, arrivato in serata al Giglio per una visita lampo nel corso della quale ha fatto il punto sullo stato dei lavori. “E’ come un intervento a cuore aperto e bisogna fare in modo che tutto vada a buon fine”, ha detto, sottolineando che è più importante fare bene che fare presto e che la Protezione civile ha saputo trovare gli accorgimenti giusti per affrontare ogni problema.
COSTA: “LE COSE STANNO ANDANDO ESATTAMENTE COME PREVISTO”. “Siamo molto contenti di come stanno andando le cose, era tutt’altro che scontato. Stanno andando esattamente come dovevano andare”, ha confermato il responsabile del progetto di rimozione del relitto della Concordia per la Costa, Franco Porcellacchia.
L’INCOGNITA METEO. Ma gli imprevisti potrebbero non essere finiti: le previsioni meteo parlano di venti in leggero rinforzo a 2-5 nodi, con altezza delle onde compresa tra 0,2 e 0,5 metri. “Un metro e mezzo d’onda e venti nodi sono accettabili, perciò non ci aspettiamo particolari problemi dal deterioramento delle condizioni meteo, che stiamo comunque tenendo sotto continuo monitoraggio”, ha commentato Porcellacchia. Il problema è che domani è in arrivo un ulteriore aumento dei venti: saranno moderati, a tratti anche forti, a 20-25 nodi. L’altezza delle onde quindi aumenterà arrivando a essere compresa tra 1 e 1,6 metri. Perciò, se dovesse verificarsi un ulteriore slittamento, i lavori rischiano di essere bruscamente interrotti dalle cattive condizioni meteo.
SUPERATA LA PRIMA FASE. Finora si è superata la prima fase, quella più delicata: il relitto è stato sganciato da due speroni di roccia che avevano in parte penetrato la scavo, impedendo il suo scivolamento lungo la scarpata marina nel mare profondo. Siamo ora alla seconda fase: la rotazione del relitto attraverso il tiraggio con martinetti e catene. Quando la nave sarà stata ruotata di circa 20 gradi – ora siamo intorno a 15 – rispetto alla posizione iniziale i cassoni raggiungeranno il livello del mare. Entrando in acqua, questi galleggianti d’acciaio eserciteranno prima una spinta frenante, riducendo la velocità di rotazione, e poi inizieranno a riempirsi di acqua attraverso valvole azionate a distanza. Ce ne sono due per cassone. In questo modo eserciteranno una spinta verso il basso fino a quando il relitto sarà poggiato sulle sei piattaforme subacquee appositamente create. La nave ha per due terzi un fondo piatto, largo nel tratto più ampio trenta metri, il quale costituirà una buona base di appoggio. Al termine il relitto poggerà sul falso fondale a circa 30 metri di profondità.
L’INCOGNITA DEGLI SVERSAMENTI. La grande incognita resta quella delle acque stagnanti contenute nello scafo che si scaricheranno in mare. L’Arpat (Agenzia per la protezione dell’ambiente della Toscana) monitora costantemente la situazione e al momento non risultano problemi, ma si teme un deflusso di 80mila metri d’acqua, che potrebbero contenere residui chimici e materiale organico.
IL RECUPERO DEI CORPI DEI DUE DISPERSI. L’altra grande questione è quella del recupero dei corpi delle due persone che risultano ancora disperse, la passeggera italiana Maria Grazia Trecarichi e il membro indiano dell’equipaggio Russell Rebello. “Mi auguro che domattina sarà l’occasione per restituire i due corpi ai loro cari”, ha detto Orlando.
LA FIANCATA IN CONDIZIONI PEGGIORI DEL PREVISTO. Ma il vero problema potrebbe essere ancora un altro: “Una delle cose più importanti emerse dal briefing che ho avuto con la Protezione civile – ha detto Orlando – è che la fiancata sommersa della nave è in condizioni peggiori di quanto ci si aspettasse”. Il che potrebbe mettere a rischio tutta la fase successiva, quella del rimorchio verso il porto finale, dove dovrà essere smantellata.
IL GIALLO DEL GRAFFITO. Uno dei gialli della giornata invece è stato un bel graffito spuntato sulla parte appena emersa del relitto. Recita “Kit Kat Big Dawg”. Accanto, il disegno di una faccia con i capelli alla Burt Simpson. Non è chiaro chi lo abbia realizzato, ma evidentemente deve essere stato qualcuno del personale impegnato nelle operazioni del parbuckling. La cosa non è sfuggita alla direzione dei lavori, che ha provveduto immediatamente a mandare un operaio per rimuovere i segni.
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