Roma, 12 set. (LaPresse) – La morte di Alberto Bevilacqua è stata causata da un’insufficienza multiorgano a seguito di uno scompenso cardiaco: questo l’esito dell’esame autoptico eseguito stamane sulla salma dello scrittore parmense, scomparso il 9 settembre presso la clinica Villa Mafalda, dove era ricoverato dall’ottobre 2012. “Purtroppo – ha commentato l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, che assiste la sorella Anna – quando c’è un lungo decorso, si va a generare un deficit del sistema immunitario che produce complicazioni (come piaghe da decubito o infezioni) che alla lunga non possono che condurre a un esito letale”.
Sul caso Bevilacqua, morto all’età di 79 anni dopo un ricovero di undici mesi, i primi accertamenti eseguiti oggi presso l’istituto di medicina legale dell’università La Sapienza, “non sembrerebbero emersi – fa sapere Caroleo Grimaldi – aspetti che possano denotare qualsivoglia deficit al livello di assistenza e di terapia”. Quindi le cure della clinica contestate in primis dalla compagna Michela Macaluso, che presentò a gennaio una denuncia per lesioni alla procura, sarebbero state adeguate alle condizioni di salute dell’artista.
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