Torino, 14 ago. (LaPresse) – Tentata rapina, sequestro di persona e resistenza aggravata a pubblico ufficiale in concorso. Con queste accuse è finito in manette un militante del movimento anarchico radicale, vicino alle proteste No Tav. Si tratta del 33enne Davide Gioele Giacobbe, originario di Saronno, arrestato a Dumenza (Varese) a seguito delle indagini della Digos di Torino e della polizia stradale di Susa, con la collaborazione Digos di Varese. L’uomo è in carcere per aver aggredito un agente della polizia stradale vicino al cantiere dalla Tav a Chiomonte, sulla SP 233. Giacobbe è stato arrestato ieri mentre faceva giardinaggio in casa di una vicina. Vive con la compagna in una casa vicino al Lago maggiore, piuttosto isolata, raggiungibile a piedi. Era già noto alle forze dell’ordine per aver partecipato a varie manifestazioni No Tav, in contatto con l’area anarchica torinese. Oltre a lui sono stati denunciati altri due anarchici, Claudio Alberto, che gravita nei centri sociali anarchici torinesi, e Andrea Mura, valligiano, già colpito dal gip dall’obbligo di presentazione alla pg il 2 aprile scorso. L’aggressione all’agente era avvenuta il 16 novembre 2012. Il poliziotto della stradale stava facendo dei rilievi su un terreno fuori dal cantiere, con una macchina foto, in particolare su una casetta abusiva usata dai No Tav come punto di ritrovo. A un certo punto era stato accerchiato e spintonato da alcuni attivisti che lo avevano minacciato cercando di rubargli la macchina foto. Avevano anche sgonfiato gli pneumatici della sua auto per impedirgli di fuggire. Durante l’aggressione, un camion di una delle aziende impiegate nei lavori della Tav era stato fermato, sempre dal gruppo, mentre stava entrando in cantiere. Anche a questo mezzo erano state sgonfiate le ruote e l’operaio a bordo era stato insultato e minacciato. Quando era arrivata una pattuglia delle forze dell’ordine, gli aggressori erano fuggiti. Fondamentali per risalire agli aggressori erano state, oltre alle testimonianze degli aggrediti, le telecamere presenti all’ingresso del cantiere che avevano immortalato le figure degli anarchici. La consulenza antropometrica di un poll di tecnici infine, aveva consentito l’identificazione dei denunciati.
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