Roma, 20 giu. (LaPresse) – Omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Con queste accuse è stato arrestato Antonio Cianfarani 42anni, muratore di Sora, cittadini in provincia di Frosinone. La polizia lo ha ammanettato a Ciampino al rientro dalla Sardegna. Sarebbe lui, secondo l’accusa e stando all’epilogo delle indagini coordinate dal sostituto procuratore della repubblica di Cassino Alfredo Mattei, ad aver ucciso e poi murato il corpo di Samanta Fava. La 35enne, anche lei di Sora, era scomparsa ad aprile dello scorso anno. Le sue ricerche sono state avviate subito dopo la denuncia della madre. Ieri pomeriggio, il cadavere della donna è stato trovato murato nella cantina dell’appartamento che Antonio Cianfarani possiede in pieno centro storico a Fontechiari, un paesino non molto distante da Sora, nella zona della Val Comino.

Seppellita all’interno di una sorta di nicchia artigianale che un muratore esperto come Cianfarani non ha faticato a fare. Gli agenti mano a mano che il muro veniva sbriciolato intravedevano una massa. Il corpo della donna è stato avvolto in un sacco di plastica nera e poi in un lenzuolo bianco. Una volta estratto dal muro è stato chiamato l’ex marito di Samanta per il riconoscimento. Samanta era separata dal marito con il quale aveva un figlio di 11 anni. A rivelare che quel corpo appartenesse proprio alla 35enne sono stati alcuni tatuaggi. La donna infatti ha disegnato sul polpaccio sinistro un angelo, sul fondoschiena delle ali tribali e una Betty Boop sulla spalla destra. La svolta nell’inchiesta era arrivata a maggio di quest’anno, quando il manovale sorano aveva raccontato di aver gettato il corpo di Samanta nel fiume Liri dopo il decesso avvenuto a seguito di un malore.

L’uomo, sentito dagli inquirenti, aveva detto che la donna era morta per un “attacco epilettico” mentre era a una festa con amici, e lui spaventato si era disfatto del corpo. Da lì sono iniziate le ricerche, senza sosta, dei sommozzatori e dei vigili del fuoco di Sora che hanno scandagliato per alcuni giorni il corso d’acqua, anche e soprattutto in prossimità della diga di Val Francesca, senza, ovviamente nessun esito. Ora le indagini si dirigono su due fronti: uno è capire come sia morta la donna, l’altro versante è capire il movente: cosa ha portato l’uomo a quel gesto, che per ora, rimane avvolto nel giallo.

“Quando abbiamo capito che la confessione del 42enne era attendibile solo in parte abbiamo deciso di svolgere indagini anche diverse dal semplice scandagliare il fiume Liri”. Così il questore di Frosinone Giuseppe de Matteis nel corso della conferenza stampa. “Un testimone raccontava, nella fase di ricerca di Samanta Fava, di aver visto la donna l’ultima volta andare a Fontechiari, lo stesso luogo in cui le celle telefoniche avevano agganciato il cellulare dell’indagato. Per questo ci siamo concentrati sulla sua abitazione e grazie ad Orso, un cane pastore tedesco addestrato alle ricerche molecolari dell’unitß cinofila, e ad un georadar della polizia a scientifica, abbiamo ritrovato l’intercapedine con dentro il terribile segreto”.

La polizia di Frosinone, per giungere all’arresto di Antonio Cianfarani, il muratore di Sora accusato di aver ucciso e occultato il corpo di Samanta Fava, la 35enne scomparsa da Sora più di un anno fa, si sono avvalsi, per la prima volta di un cane molecolare e di un georadar. Il cane che ha scoperto il cadavere della donna, che era avvolto in un lenzuolo bianco e nel cellophane e stretto con lacci di plastica, si chiama Orso. “E’ stato lui a condurre gli agenti in cantina: qui ha iniziato ad abbaiare contro una parete in cemento. La combinazione del fiuto di Orso e del georadar hanno consentito l’esatta individuazione del cadavere della povera donna, venuto alla luce dopo un anno di indagini, dopo che l’omicida ha tentato di depistare gli agenti, dopo che anche l’ultima speranza dei familiari di trovare viva Samanta era finita in quella casa di Fontechiari”.

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