Città del Vaticano, 7 giu. (LaPresse) – All’indomani dell’annuncio che il Papa non andrà in vacanza a Castel Gandolfo e della sospensione dal 7 luglio delle messe al pubblico di Santa Marta, Bergoglio stravolge l’ufficialità durante l’incontro con le scuole ignaziane ammettendo candidamente: “Non ho voluto io fare il Papa”. Francesco prende la parola davanti a migliaia di ragazzi poco prima di pronunciare questa frase e spiega: “E’ un po’ noioso” questo discorso, “facciamo una cosa: farò un piccolo riassunto”. La proposta entusiasma gli animi, si leva un boato di approvazione. Il tempo sarà tutto dedicato al botta e risposta tra i giovani e il Santo Padre. Del discorso dattiloscritto Bergoglio salva: “la magnanimità” quale “virtù del grande e del piccolo che ci fa guardare sempre l’orizzonte” (Sant’Ignazio lo ha insegnato) e l’incoraggiamento agli insegnanti a non essere “convenzionali” nell’educazione. Intanto in sala stampa vaticana inizia il caos. Lo stesso da cui prende il nome un film amato dal Papa, dei fratelli Taviani. Lo racconta ad una bimba che gli chiede se ha mai visitato la Sicilia, lui risponde che l’ha vista al cinema, definendola “una regione bellissima”. Poi il Pontefice colloquia con i ragazzi in libertà. “Camminare è un’arte” ma tanto faticosa, “si cade – avverte – ma l’importante è non rimanere a terra”. Non bisogna temere i fallimenti e nel percorso meglio accompagnarsi a qualcuno cui si vuole bene. “Non si può vivere – spiega – senza amici”. Poi arriva una domanda sulla nostalgia di casa e Papa Bergoglio ammette che è stata dura anche per lui lasciarla. Quindi affronta un’altra questione su cui da mesi i commentatori si arrovellano: il mancato trasferimento nell’appartamento al Palazzo apostolico. E lascia tutti basiti ironizzando: “Perché non vado a vivere là? Per motivi psichiatrici, è la mia personalità”. Da questo argomento il Pontefice passa ad un ennesimo attacco al sistema economico, di cui, a suo parere, se ne potrebbe fare a meno, visto che è alla base della “povertà del mondo” che “è uno scandalo”, tuona. “La persona – ha aggiunto – è in crisi perché la persona è schiava e noi dobbiamo liberarci di queste strutture economiche e sociali che ci schiavizzano”. Infine invita i giovani ad impegnarsi in politica. “La politica è troppo sporcata. E’ facile dire: ‘La colpa è di quello’. Ma è un dovere per un cristiano lavorare per il bene comune”. “L’attività politica – conclude -è una delle strade per collaborare”.

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