Palermo, 4 giu. (LaPresse) – Una confisca per circa 27 milioni di euro è stata realizzata dalla Dia di Palermo. Lo Stato ha acquisito così il patrimonio dei fratelli Giovanni e Salvatore Lo Cicero, del mandamento mafioso di Resuttana, nel palermitano, esponenti della famiglia dell’Arenella.
Il patrimonio inizialmente sequestrato, nel 2008 era già stato confiscato con provvedimento di primo grado, al quale però era stato presentato appello. Il contenzioso si è concluso con la confisca definitiva dopo la sentenza della Corte di Cassazione. Nel frattempo Giovanni Lo Cicero è morto il 28 aprile 2011 per cause naturali, mentre il fratello Salvatore è attualmente ai domiciliari.
La famiglia Lo Cicero, insieme a quelle dei Galatolo, Madonia e Fidanzati, sono ritenute le principali famiglie mafiose che ricadono sotto il mandamento di Resuttana. Le illecite attività gestite hanno riguardato, prevalentemente, il narcotraffico, le estorsioni ed il controllo degli appalti pubblici.
I Lo Cicero, inoltre, sono i gestori, in regime di monopolio, della costruzione e della manutenzione delle tombe, nonché di ogni altro intervento all’interno del cimitero dei Rotoli di Palermo, attraverso una serie di agenzie di pompe funebri site lungo tutto il perimetro del cimitero stesso e di altri servizi cimiteriali riconducibili tutti a parenti ed affini degli stessi.
La loro si è estesa con la creazione di società edili e con il reinvestimento dei capitali illecitamente accumulati, alla costruzione di numerosi immobili in varie vie del capoluogo, anche questi oggetto della confisca.
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