Roma, 27 mag. (LaPresse) – “Mi aggrediscono ingiustamente da ogni parte, è inaccettabile. Ma cosa ho fatto di male? Ho investito una marea di denaro e ora guarda dove siamo arrivati..”. E’ lo sfogo di Emilio Riva, 87 anni, presidente del gruppo Riva Fire, agli arresti domiciliari con le accuse di disastro ambientale e truffa ai danni dello Stato. “Mi sento triste, stanco e amareggiato: le accuse che mi rivolgono sono ingiustificate e anche i provvedimenti del gip li impugneremo presto – dice l’imprenditore milanese sulle pagine di Corriere della Sera e Repubblica – Quando sono arrivato l’Ilva era un disastro, io l’ho rinnovata e ora è un’arnese perfettamente funzionante”. Riva definisce “pazzesco” il maxi sequestro di otto miliardi di euro chiesto dal gip di Taranto e il sequestro di oltre un miliardo eseguito a Milano: “E’ tutto assurdo, erano soldi guadagnati all’estero e riportati in parte in Italia per essere investiti nell’Ilva”. “Certe volte mi sembra che sia tutto un’incubo, mi dico che non ci può essere qualcuno che ci vede così malvagi”, dice il fondatore delle accaierie Riva. L’ex patron dell’Ilva, infine, rivendica la sua attenzione agli operai: “Non ha mai lasciato a casa un’operaio, le aziende non le ho mai chiuse neanche quando non andavano bene come in questi ultimi anni. Ho sempre continuato a mantenere dritto il timone dell’occupazione”.
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