Roma, 5 apr. (LaPresse) – La sentenza sul processo di Garlasco slitta al 17 aprile. Lo ha deciso il presidente della I sezione di Cassazione Paolo Bardovagni.

Oggi, giorno in cui era atteso il verdetto, Alberto Stasi, unico imputato per la barbara uccisione della fidanzata Chiara Poggi,è arrivato alla sede della Cassazione, a Roma, a sorpresa: sino a ieri, infatti, era stato detto che sarebbe rimasto a Milano, dove lavora come commercialista.

Stasi fu arrestato e scarcerato, processato e assolto in primo e in secondo grado. La suprema corte si pronuncerà sul ricorso avanzato da accusa e parte civile che contestano, in più punti, l’assoluzione dei giudici d’Appello di Milano pronunciata il 6 dicembre 2011.

Ma l’imputato, processato con il rito abbreviato, era già stato assolto dal gup di Vigevano il 17 dicembre del 2009 per “insufficienza di prove”. Diversi gli elementi che per Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, ruotano intorno al ricorso presentato in Cassazione: l’analisi mai eseguita su un capello trovato nella mano di Chiara e su alcuni frammenti di unghie della vittima e una bicicletta mai sequestrata ad Alberto. Altro elemento importante sarebbero i gradini che portano allo scantinato di casa Poggi. Il legale chiede infatti di includere anche i primi due gradini nell’esame sperimentale sulla camminata di Stasi. Pezzi di un puzzle, dicono i legali dell’accusa, mai presi in esame. Il ragazzo, da quel giorno, e in tutti questi anni, attraverso Angelo Giarda, capo del pool di difensori, continua a gridare la sua innocenza.

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