Roma, 26 mar. (LaPresse) – Amanda Knox potrebbe non tornare mai in Italia. Ora la ragazza americana, per la quale si riapre il processo per la morte di Meredith Kercher, studentessa inglese uccisa nel novembre del 2007, è a Seattle, sua città natale dalla quale ha atteso la sentenza della Cassazione che ha annullato la sua assoluzione per quella morte. Con molta probabilità il processo di Firenze avverrà in contumacia: questo perché è molto probabile che l’imputata non si presenti alle nuove udienze. Ma l’assenza dell’imputata non pregiudica in alcun modo il giudizio: non presentarsi è semplicemente un diritto della persona sotto accusa. Ma se la Knox dovesse essere ancora una volta condannata, oppure sottoposta a una misura cautelare mentre si trova negli Usa, due sono le possibilità: o si consegna spontaneamente alla giustizia italiana, oppure si dovrà chiederne l’estradizione agli Stati Uniti. In questo caso, sarà il ministero della Giustizia italiano a domandare al corrispondente Dipartimento americano la cattura e il trasferimento della donna. Ma si tratta di una possibilità remota, perché gli Usa sono sempre restii a consegnare i propri cittadini alla giustizia di altri Paesi. L’Italia ha con gli Stati Uniti un trattato di estradizione datato 1983 e spesso ignorato nella prassi.
In caso di condanna definitiva della Knox si aprirebbe un fronte diplomatico con scarse speranze di successo.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata