Castel Gandolfo (Roma), 28 feb. (LaPresse) – “Viva il Papa”. Nel silenzio della piazza di Castel Gandolfo, ammutolita mentre le guardie svizzere chiudevano il portone della residenza papale, sancendo la fine del pontificato di Benedetto XVI e dando il via alla cosiddetta ‘sede vacante’, un fedele ha urlato “viva il Papa”. Polemiche, divisioni, indiscrezioni e file rubati sono apparsi per un attimo lontanissimi. Il potere spirituale ha cancellato tutto per qualche istante, chissà se da dentro la sua nuova casa Joseph Ratzinger ha sentito quell’urlo, che trasmesso in mondovisione è rimbalzato nelle di tutto il globo. Ratzinger già da qualche ora nel suo animo sembrava non sentirsi più Papa. Se n’è avuta confemra quando impartendo un’ultima benedizione alla folla assiepata a Castel Gandolfo, ha benedetto tutti con la formula dei sacerdoti ordinari: “Vi benedica Dio Onnipotente…” rinunciando forse definitivamente a usare quella dei vescovi che, a tale formula comune, antepone un responsorio con i fedeli nel quale si recita: “Sia benedetto il nome del Signore”.

“Da stasera non sono più pontefice ma solo pellegrino. Ora andiamo avanti insieme per il bene della Chiesa e dell’umanità” aveva detto poco prima Benedetto XVI affacciandosi dal palazzo apostolico di Castel Gandolfo. “Prometto la mia incondizionata reverenza e obbedienza al nuovo Papa” aveva invece spiegato stamane nel suo saluto finale ai cardinali nella sala Clementina del Vaticano. Ed in vista del conclave aveva aggiunto: “Signori cardinali continuerò ad esservi vicino con la preghiera specialmente nei prossimi giorni, siate docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa”. Poi un breve flashback: “Non è mancata in questi otto anni (del mio Ponficato, ndr) qualche nuvola addensata nel Cielo ma la Chiesa è viva”.

Poche ore dopo, attorno alle 17 il congedo e la partenza dal Vaticano con l’elicottero, su cui sono saliti padre Georg Ganswein, Leonardo Sapienza, nuovo reggente della prefettura della casa pontificia, Patrizio Polisca, medico personale del pontefice e Sandro Mariotti, maggiordomo del Papa che ha preso il posto di Paolo Gabriele. E’ parso visibilmente commosso padre Georg Gaenswein, che ha allacciato le cinture di sicurezza al Papa. In lacrime anche l’autista del Santo Padre, che si è inginocchiato per salutarlo. Poi con uno spettacolare volo di 20 minuti, sorvolando una Roma al tramonto degna di una cartolina, il Papa è tornato nella sua amata Castel Gandolfo, di cui è anche cittadino onorario da oggi. Lì resterà per due mesi, lontano dal mondo, prima di tornare in Vaticano nel convento Mater Ecclesiae. Nel frattempo ci saranno il conclave, un nuovo Papa e la Pasqua. Da stasera Ratzinger diventa Papa emerito. In questi giorni d’addio Benedetto XVI ha saputo mostrare un’umanità timidamente nascosta nel suo pontificato, che gli portato consensi mai avuti prima. Di sicuro a questo punto la sua presenza peserà sul nuovo Pontefice, ma è più facile immaginare che sarà una presenza di indirizzo e amicizia, piuttosto che un’ombra lunga. Lo spirito mostrato da Ratzinger in queste ultime settimane è quello che la gente vuole vedere nella Chiesa e nel nuovo Papa. Quindi: “Viva il Papa”.

Di Jan Pellissier

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