Roma, 28 feb. (LaPresse) – “Rinnovo a Benedetto XVI, nel momento conclusivo del suo mandato, il saluto riconoscente e affettuoso degli italiani. Ho sentito e sento di poterlo fare a nome del popolo e della nazione, che questo pontefice non italiano ha sinceramente amato, e ha accompagnato con costante simpatia e benevolenza. Anche i più lontani dalla Chiesa e dalla pratica religiosa, hanno apprezzato l’elevatezza della ricerca e degli apporti di pensiero di Benedetto XVI, e insieme la sua semplicità e la sua discrezione”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sull’Osservatore Romano, nel giorno della fine ufficiale del pontificato di Benedetto XVI.

“Gli anni del suo pontificato sono stati tra i più sereni nei rapporti tra la Chiesa e lo Stato nel nostro paese – ha aggiunto Napolitano – nel segno del rispetto reciproco e della volontà di collaborazione. La dimensione sociale e pubblica, per comune riconoscimento, del fatto religioso, è stata in questi anni sempre vissuta col giusto senso del limite”. “Sabato scorso – ha scritto ancora il presidente della Repubblica – il mio personale commiato da Benedetto XVI è stato segnato da un’intima commozione. Perché fin dalla mia iniziale visita di Stato in Vaticano e dalla sua, in restituzione, al Quirinale, si era stabilito tra noi un senso di affinità che ci spingeva ad andare al di là di ogni ufficialità e formalità. Non potevo tuttavia prevedere il livello di attenzione e confidenza cui sarebbero giunti il rapporto e gli incontri tra noi. Ne ho, così, potuto cogliere la sofferenza e il travaglio in momenti difficili e amari per la Chiesa; e la serena determinazione nell’affrontare le prove che gli si presentavano”.

“Abbiamo avuto modo di verificare una schietta comunanza di preoccupazioni e di vedute sui fatti dell’Europa e del mondo – ha concluso Napolitano – Gli sono grato per la stima e fiducia che mi ha dimostrato, e per la così sensibile sintonia in cui egli si è posto col mio fondamentale impegno per l’unità nazionale. Benedetto XVI lascia, con un gesto di straordinario significato storico e umano, il soglio pontificio, ma non Roma. Non si allontana dall’Italia. E noi continueremo a sentirlo vicino, e ad essergli vicini con animo beneaugurante”.

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