Città del Vaticano (Vaticano), 25 feb. (LaPresse) – Comincia l’ultima settimana di Pontificato per Benedetto XVI che si concluderà il 28 febbraio alle 20, quando già si troverà nella residenza di Castel Gandolfo che lo ospiterà due mesi. Oggi sono previste le udienze singole ai tre cardinali della commissione d’inchiesta Vatileaks: lo spagnolo Julian Herranz, lo slovacco Jozef Tomko e l’italiano Salvatore De Giorgi. In “incontri privati”, come ha specificato nei giorni scorsi padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. Dopo la commozione dell’Angelus di ieri, ora il Papa dovrà intraprendere un atto di governo importante con l’atteso Motu Proprio per modificare la Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II. Una variazione necessaria a colmare un vuoto legislativo, in quanto il beato non ha previsto disposizioni per ciò che sta avvenendo attualmente in Vaticano.
Si tratterà, tuttavia, ha minimizzato Lombardi, di “piccole modifiche” allo scopo di armonizzare l’Ordo Rituum Conclavis con la Costituzione Universi Dominici Gregis. Il ‘motu proprio’, che letteralmente significa ‘di propria iniziativa’, dovrebbe ridurre i tempi minimi di durata della sede vacante per consentire di iniziare al più presto il Conclave che eleggerà il successore di Ratzinger. Si segnala che questo documento, proveniente direttamente dal Pontefice senza mediazione alcuna della Curia Romana, deriva dalla facoltà propria del Papa, dotato del magistero dell’infallibilità in materia di fede e di morale. I precedenti recenti sono numerosi: Giovanni XXIII (1958-63) ne ha emanati due, Paolo VI (1963-78) ben 42, e per Benedetto XVI se ne contano 16 dal 2005, escluso quello che forse sarà reso noto oggi.
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