Roma, 25 gen. (LaPresse) – La partecipazione dei magistrati alla vita politico-parlamentare ha “ricadute pubbliche che rischiano di coinvolgere la stessa credibilità della giurisdizione”. Questo uno dei passaggi più incisivi della realzione del primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Lupo infatti afferma che “nella perdurante carenza della legge”, “il legislatore non è riuscito ad approvare, nonostante l’evidente necessità, di impedire almeno candidature nei luoghi in cui è stata esercitata l’attività giudiziaria e di inibire il rientro, a cessazione del mandato parlamentare, nel luogo in cui si è stati eletti”. Sulle toghe in politica, Lupo ha sottolineato che “occorrerà inevitabilmente confrontarsi con le più allertate sensibilità collettive, in tema di imparzialità o in materia di partecipazione dei magistrati alla vita politico-parlamentare, verso comportamenti, prese di posizione, scelte individuali, pur formalmente legittimi che – avverte Lupo – hanno ricadute pubbliche che rischiano di coinvolgere la stessa credibilità della giurisdizione”.

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