Città del Vaticano, 21 dic. (LaPresse) – Il Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, nel suo trattato “accuratamente documentato e profondamente toccante”, mostra come oggi “l’autentica forma della famiglia” sia oggetto di un “attentato” nella sua “dimensione profonda”, rappresentato dalla “nuova filosofia della sessualità”, identificata “dal lemma ‘gender'”, che non si basa più sulla natura, ma dalla scelte individuali. Questo uno dei passaggi del discorso di papa Benedetto XVI in udienza con i cardinali, i membri della curia romana e del governatorato per la presentazione degli auguri natalizi. La famiglia è, per il Santo Padre, “il luogo autentico in cui si trasmettono le forme fondamentali dell’essere persona umana” e se “non esiste la dualità di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure più la famiglia come realtà prestabilita dalla creazione”.
La filosofia ‘gender’, pertanto, interpreta il sesso non come “un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso”, ma come “un ruolo sociale del quale si decide autonomamente”, qualcosa che il singolo individuo si crea. Così “maschio e femmina come realtà della creazione, come natura della persona umana non esistono più”. “Dove la libertà del fare diventa libertà di farsi da sé – spiega il Santo Padre – si giunge necessariamente a negare il Creatore stesso e con ciò, infine, anche l’uomo quale creatura di Dio, quale immagine di Dio viene avvilito nell’essenza del suo essere. Nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso. E si rende evidente che là dove Dio viene negato, si dissolve anche la dignità dell’uomo. Chi difende Dio, difende l’uomo”.
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