Napoli, 18 dic. (LaPresse) – Dalle prime ore del mattino, su delega della dda di Napoli, centinaia di agenti delle forze dell’ordine anche di Milano, Bergamo, Brescia, Caserta, Bologna, Roma, Chieti, L’Aquila, Avellino, Benevento, Salerno, Catanzaro, sono impegnati nell’esecuzione di decine di provvedimenti cautelari in carcere. Al centro dell’operazione denominata ‘Fulcro’ il clan Fabbrocino operante nella zona vesuviana ed operante in tutta Italia. Oltre al riciclaggio del denaro sporco, il clan è accusato di estorsione, anche in pubblici appalti e nel settore della raccolta dei rifiuti, usura, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, turnativa d’asta, voto di scambio.
In tutto sono stati eseguiti 24 arresti, mentre altre 4 persone risultano latitanti. 36 invece le persone interessate dai sequestri, il totale dei beni coinvolti è pari a 112 milioni di euro. Il modus operandi del clan, colpiva soprattutto i grandi imprenditori della zona vesuviana, che venivano durante colpiti da richieste di soldi con modalità tipiche del racket. Venivano esentati invece i piccoli commercianti, di modo da creare un consenso forte attorno al clan, ma anche per evitare denunce che per da parte dei gestori di piccole attività erano ritenute più probabili, avendo meno da perdere. Per quanto riguarda invece la raccolta dei rifiuti, il clan impineva una ‘aliquota’ dal 3 al 5% sulle gare di appalto vinte. Allo stesso modo venivano poi turbate le aste pubbliche con infiltrazioni di varia natura. Il clan, hanno delineato gli investigatori, detenevano in tutt’Italia circa 254 immobili e quote societarie in oltre 80 imprese.
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