Roma, 13 nov. (LaPresse) – Sciopero generale di quattro o otto ore indetto per domani dalla Cgil, nell’ambito di una mobilitazione europea dei sindacati. La Confederazione europea dei sindacati ha infatti organizzato, su sollecitazione di alcuni Paesi tra cui l’Italia, manifestazioni in 23 dei 27 Paesi dell’Unione Europea per protestare “contro la politica di austerità che sta portando tutto il continente europeo al declino e per il sostegno al lavoro (contro una disoccupazione che ha raggiunto tetti record)”. In quattro dei 23 Paesi che aderiranno alla protesta, Spagna, Italia, Portogallo e Grecia, si è deciso di scioperare. In contemporanea anche cortei dei Cobas e degli studenti, con il rischio assai concreto di momenti di tensione a Torino dopo la ripresa dei cantieri della Tav, e a Roma con frange degli studenti pronti a rendere rovente la mattinata.

Diverse le iniziative che si terranno in tutta Italia. Esonerate dallo sciopero solo la Toscana e l’orvietano, in Umbria, zone colpite dal maltempo e che nelle ultime ore versano in una grave situazione. La manifestazione principale sarà quella di Terni, in Umbria, dove il segretario della Cgil Susanna Camusso chiuderà la giornata con un comizio. Ma marce e comizi si terranno in oltre 100 città d’Italia. A Roma partirà un corteo da piazza Bocca della Verità alle 9.30 per terminare in piazza Farnese, dove interverrà Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil. Partenza da Porta Venezia alle 9 per il corteo di Milano che arriverà fino a piazza Duomo. In contemporanea a Torino la Cgil marcerà da piazza Vittorio fino a piazza Castello. L’appuntamento con il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini sarà invece a Pomigliano. Le manifestazioni, ha spiegato la Camusso negli scorsi giorni, sono state organizzate perchè “non si deve più aspettare a contrastare la politica di austerità e rigore che l’Europa impone a tutti gli stati. La mobilitazione della Ces è un appuntamento molto importante per rispondere alle politiche di austerità che creano disoccupazione e peggiorano le condizioni di vita di milioni di persone in tutta Europa. Bisogna rispondere subito cambiando le politiche”.

Iniziative analoghe saranno organizzate nelle piazze di Bucarest, Praga, Stoccolma, Madrid, Lisbona, Atene e di tante altre città europee. A pagare a caro prezzo i costi della crisi e le conseguenze delle politiche di austerità sono proprio i lavoratori e le lavoratrici, mentre “il mondo della finanza e gli speculatori continuano a prosperare” denuncia la Ces sottolineando come in Europa 25 milioni di persone non hanno un’occupazione e che, in alcuni Paesi, il tasso di disoccupazione giovanile supera il 50%.

Parallelamente scenderanno in piazza anche gli studenti e i Cobas contro le politiche di austerità e i tagli alla scuola pubblica. Si preannunciano caldi i cortei che si svolgeranno a Torino, con partenza alle 9 da piazza Albarello, e a Roma dove quello degli studenti medi partirà da viale Castro Pretorio e quello degli universitari da piazzale Aldo Moro. Manifestazioni studentesche si svolgeranno in tutta la penisola. Rete della Conoscenza, network promosso da Unione degli Studenti, scrive sul suo sito: “Non crediamo di essere dei ‘choosy’ come ci ha definito il ministro Fornero quando pretendiamo un futuro diverso, quando chiediamo l’eliminazione delle 46 forme contrattuali atipiche, quando pretendiamo un reddito di cittadinanza per tutte e tutti che ci permetta una reale autonomia sociale”. “Siamo una generazione – prosegue la nota – a cui hanno tolto ogni speranza di futuro, ma una cosa é certa: non abbiamo paura di continuare a lottare per riprenderci tutto e dopo un ottobre caratterizzato da una forte mobilitazione in scuole e università siamo pronti a ripartire verso il 14 novembre quando, in concomitanza agli scioperi generali in Spagna, Portogallo, Grecia saremo in piazza per esprimere un no secco alle politiche di austerity imposte dall’Unione Europea, contro un debito creato da quei pochi che hanno vissuto al di sopra delle nostre possibilità, rivendicando il diritto al reddito per tutti e tutte e la liberazione dei saperi da tutte le logiche di privatizzazione e aziendalizzazione”.

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