Cuneo, 24 ott. (LaPresse) – Procucevano amaretti e biscotti con albume scaduto da due settimane e farine invase da insetti. E’ stato chiuso dai Nas uno stabilimento dolciario ad Alba, nel cuneese. Tre le persone denunciate. Nei giorni scorsi al 112 era arrivata una segnalazione anonima che segnalava il problema. Lo stabilimento è del gruppo alimentare Barbero, e si trova in corso Asti ad Alba.
Fatto un sopralluogo, i carabinieri hanno verificato che nel deposito delle materie prime con cui viene rifornito il ciclo di produzione della pasticceria, in particolare di amaretti e biscotti, veniva utilizzato albume scaduto di validità da circa due settimane e farine di riso per confezionare biscotti senza glutine (usati anche per persone affette da celiachia od intolleranti al glutine) in pessimo stato di conservazione in quanto invase da insetti. I militari hanno proceduto al sequestro penale di 2,3 tonnellate di amaretti prodotti con le materie prime incriminate e 43 chili di farina di riso infestata da insetti.
Dalle ulteriori verifiche, tuttora in corso, è anche emerso che vi è un ulteriore sito di produzione dello stesso gruppo alimentare, ad Alba in via dell’Artigianato, in cui vengono stoccati, confezionati e spedite specialità dolciarie della casa, senza autorizzazione sanitaria in violazione al regolamento comunitario europeo e che i locali sono carenti dal punto di vista igienico-sanitario per la presenza di muffe, ragnatele e sporcizia non rimossa da tempo. Inoltre non veniva attuata nello stabilimento la procedura di autocontrollo sanitario (Haccp).
Data la situazione, l’Asl ha disposto la chiusura dello stabilimento. Al momento sono 3 le persone denunciate per i reati di frode in commercio e uso di alimenti in cattivo stato di conservazione ed invasi da parassiti. Si tratta di due imprenditori 50enni albesi, marito e moglie, titolari del gruppo Barbero spa ed un tecnico 46enne di Saluzzo, responsabile della produzione aziendale, che dovranno rispondere anche di diverse violazioni amministrative.
I carabinieri ed il pm, che hanno già raccolto la deposizione nei giorni scorsi di alcuni lavoratori e tecnici che prestavano la loro opera sulla linea produttiva incriminata ed acquisito documentazione contabile presso gli uffici della Barbero, stanno accertando l’eventualità che siano state commesse altre irregolarità e si sta valutando anche il ritiro dalla rete di distribuzione di prodotti di pasticceria fatti con materiale scaduto o contaminato da insetti in quanto non si esclude che possa essere potenzialmente nocivo per la salute dei consumatori.
L’AZIENDA SI DIFENDE: “TUTTO FALSO”. In una nota, diffusa subito dopo il comunicato dei Nas che annunciava l’operazione, la Barbero si difende: “Non è vero che sia stata disposta l’immediata sospensione della produzione; è falso che siano in commercio prodotti di pasticceria ‘fatti con materiale scaduto o contaminato da insetti’; nessun prodotto della ditta Barbero può essere nocivo per la salute dei consumatori poichè prima di essere immessi sul mercato vengono rigorosamente controllati da aziende specializzate per il controllo qualità”.
L’avvocato Tommaso Servetto, che difende l’azienda, spiega di aver “partecipato personalmente al sopralluogo dei Nas” e di aver “avuto modo di contestare quanto verbalizzato dai medesimi circa la presenza di sporcizia assolutamente inesistente mentre, per contro, trattasi di locali ben tenuti ed assolutamente puliti”, sottolineando che “l’intervento dell’Asl si è reso necessario unicamente per finalità amministrative”.
“Nel corso dell’ispezione dei Nas – precisa l’azienda nella nota – sono state rinvenute n. 4 confezioni di albume da 20 kg con l’indicazione della data di preferibile consumo oltrepassata. Le medesime confezioni erano sistemate in un bancale recante la scritta ‘prodotto non conforme non utilizzare’. Purtroppo una svista del personale incaricato della produzione ha permesso l’utilizzo di tale prodotto nella produzione di tale giornata”.
“Verificata l’irregolarità produttiva – si legge ancora nel comunicato – l’azienda ha immediatamente informato la ditta deputata all’analisi dei prodotti affinchè venisse verificata ogni eventuale adulterazione del prodotto medesimo, e le analisi sono attualmente in corso. Per ciò che riguarda la farina di riso, trattasi di un sacco aperto, inutilizzato, costituente giacenza di magazzino relativamente ad una produzione non più in essere da tempo. Per ciò che riguarda il sito ubicato in via dell’Artigianato, si precisa che non è un sito di produzione ma semplicemente di stoccaggio dei prodotti da spedire”.
L’AZIENDA : “PRODUZIONE NON E’ STATA BLOCCATA”. “In questi giorni – spiega ancora l’azienda – circolano notizie che mettono in dubbio la qualità della conservazione di un solo ingrediente. Ci scusiamo per l’accaduto che sarà per noi motivo di miglioramento e maggior attenzione per il futuro. Ma ci teniamo a precisare che al contrario di quanto i media stanno diffondendo, la produzione non è stata bloccata a conferma della poca importanza dell’accaduto”.
“E’ la prima volta dal 1955 che siamo coinvolti in una tale situazione – aggiungono dalla Barbero – e vorremmo sottolineare che i prodotti Barbero sono di qualità, genuini e controllati accuratamente. Una svista non può compromettere una storia lunga oltre 50 anni”.
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