Torino, 18 ott. (LaPresse) – Si è aperto nella maxiaula bunker del carcere delle Vallette di Torino il processo Minotauro contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel torinese. Sono 75 gli imputati alla sbarra, tra cui anche i politici Nevio Coral, ex sindaco di Leinì, e Antonino Battaglia, ex segretario comunale di Rivarolo. Entrambi i comuni furono sciolti per mafia. A presiedere la Corte il giudice Paola Trovati. I giudici a latere sono Diamante Minucci e Alessandra Salvadori. Ad assistere all’udienza c’è anche il presidente del tribunale di Torino, Luciano Panzani. Cinque i pm che rappresentano l’accusa. Quella odierna è la prima di una fitta serie di udienze calendarizzate fino al 27 marzo.

Trentacinque sono quelle programmate finora. La maxiaula del carcere è stata scelta per motivi di capienza – sono un centinaio solo gli avvocati che presenziano – ma soprattutto per ragioni di sicurezza e convenienza, visto che molti imputati sono reclusi alle Vallette e in questo modo possono presenziare alle udienze senza essere trasferiti dalla prigione al Palagiustizia, direttamente dalle celle di sicurezza che si affacciano nella maxiaula. La corte ha vietato le riprese nei confronti dei detenuti, del pubblico e degli imputati, visto che hanno dichiarato di non volere essere immortalati in foto o video.

Furono 150 le persone arrestate nel giugno del 2011. La metà degli imputati è stata già giudicata in rito abbreviato, che si è concluso in primo grado lo scorso due ottobre con 53 condanne e 16 assoluzioni (di cui solo sette per reato associativo). Lo spazio riservato al pubblico è pieno: oltre ai parenti degli imputati ci sono i ragazzi di Libera.

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