Torino, 6 ott. (LaPresse) – “Con la scusa di una bonifica dall’amianto si cerca di interrompere l’esperienza” del centro sociale Gabrio di Torino “da 18 anni parte attiva nel quartiere San Paolo”. L’allarme arriva da quanti oggi hanno partecipato alla critical mass in bicicletta in via Frejus per chiedere, da un lato, i lavori di bonifica al centro sociale e, dall’altro, la certezza che l’edificio di via Revello 3 resterà aperto. Nel giugno scorso, infatti, la giunta del Comune di Torino ha fissato per gennaio 2013 la data di inizio dei lavori, richiesti dallo stesso Gabrio in più occasioni, ma il timore è che dietro l’intervento strutturale ci sia la volontà di sgomberare il centro sociale, così come chiesto più volte da diverse parti politiche.

L’iniziativa di oggi fa parte della campagna ‘I love Gabrio – Gabrio per tutti, amianto per nessuno’, “per affermare con forza che l’amianto al Gabrio deve sì sparire – spiegano dal centro sociale – ma le realtà che da 18 anni vi vivono e vi lottano non devono essere buttate giù insieme ai muri”. Il timore dello sfratto, per i frequentatori del Gabrio, troverebbe conferma anche nelle intenzioni dell’assessore all’Urbanistica della città, Giampiero Passoni, che avrebbe confermato in Consiglio comunale l’intenzione di liberare definitivamente lo stabile di via Revello.

Nel corso degli anni i ragazzi e le ragazze del Gabrio hanno fatto alcuni lavori all’interno dell’edificio per cercare di evitare il più possibile la dispersione delle polveri d’amianto. “Il rischio però – spiegano – continua ad esserci e per questo la bonifica è necessaria”. “Da tre settimane – raccontano ancora – abbiamo lanciato la campagna in sostegno al centro sociale. Settimane intense durante le quali abbiamo sentito il calore e la solidarietà di tutti e tutte quelle che amano il Gabrio. La campagna durerà ancora a lungo, ma questo non ci ha comunque distolti dalle lotte che rendono viva questa città stritolata dalla crisi”.

Lotte che passano, in primo luogo, dal sostegno del diritto alla casa. Ecco perché la pedalata di oggi si è conclusa con l’occupazione dello stabile abbandonato in via Frejus 103bis, la quinta nel quartiere San Paolo, “dove andranno – spiegano dal Gabrio – otto famiglie con una ventina di bambini. Famiglie che abbiamo seguito nel tempo per la questione degli sfratti, ma che non potevano più vivere in alloggi privati”. La crisi, infatti, ha reso impossibile per loro pagare un affitto. Lo stabile occupato è una palazzina vuota da circa un anno. “La reazione del quartiere all’occupazione è stata positiva. Hanno accolto bene l’iniziativa – dicono i promotori – i tempi che viviamo con gli affitti da rapina e il numero di sfratti in crescita esponenziale che hanno portato Torino ad essere la prima città in Italia per rapporto abitanti/sfratti eseguiti, ci fanno dire una volta di più che avere palazzi interi abbandonati è un lusso che questa città non si può permettere”.

(Foto pubblicata per gentile concessione di Barbara Ferusso)

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