Roma, 14 ago. (LaPresse) – Circa il 15% dei distributori di carburante controllati negli ultimi due fine settimana dalla guardia di finanza è risultato irregolare. In particolare, su 2400 impianti verificati, 114 sono state le sanzioni per violazione alla disciplina sui prezzi esposti (non corrispondenti cioè a quanto indicato dalle colonnine dopo il rifornimento) e 18 per la rimozione dei sigilli che assicurano il corretto e regolare funzionamento degli impianti. Nei casi più gravi, 23 gestori sono stati denunciati alle Procure della Repubblica per frode in commercio e sono state sequestrate 53 tra colonnine e pistole erogatrici. A Palermo, è risultato che il gasolio per autotrazione era stato annacquato con sostanze chimiche di bassa qualità, tra cui olio sintetico pari al 30% del prodotto e sostanze non adatte. Sequestrati 21.079 litri di prodotti petroliferi in Liguria ed in Sicilia unitamente ai distributori, dopo che è stata riscontrata la manomissione dei contatori volumetrici delle colonnine.
In 197 casi è stata avviata la procedura per la revisione degli erogatori da parte dell’Ufficio metrico della Camera di Commercio, che dovrà procedere ad una nuova taratura degli impianti. “Le frodi sui carburanti – spiegano le fiamme gialle – colpiscono non solo gli automobilisti, ma anche le casse dello Stato. Infatti, la miscelazione con prodotti petroliferi diversi, non soggetti ad imposte e di minor costo, da un lato fornisce agli utenti un prodotto scadente quando non dannoso per la meccanica, dall’altro consente di creare ‘riserve occulte’ di carburante venduto separatamente in nero”.
Tra i casi più eclatanti scoperti negli ultimi mesi di controlli c’è anche quello di 56 aziende lombarde e piemontesi che avevano contrabbandato da Livigno quasi 1 milione di litri di gasolio installando serbatoi supplementari nei propri camion. La normativa, infatti, consente di introdurre nel territorio dello Stato italiano, in esenzione dal pagamento di imposte, esclusivamente il carburante contenuto nel serbatoio installato dalla casa costruttrice. Inoltre, a Palermo, due pregiudicati avevano aperto un distributore di benzina completamente abusivo in un’area recintata, videosorvegliata e chiusa da un cancello elettrico comandato a distanza, a cui potevano accedere soltanto gli autotrasportatori conosciuti. Il gasolio era contenuto in cisterne nascoste in container o autocarri parcheggiati nel piazzale.
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