Venezia, 13 ago. (LaPresse) – Due cittadini macedoni, un ragazzo di 17 anni e la madre di 34, sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti aggravati e lesioni aggravate. La vittima è una giovane di 13 anni, venduta per 3mila euro dalla sua famiglia in Macedonia come promessa sposa del 17enne. Le indagini della squadra mobile della questura di Venezia sono iniziate il 2 agosto, quando gli agenti sono intervenuti a Marghera dopo che alcuni passanti avevano segnalato la presenza di una ragazzina che chiedeva aiuto e aveva il volto completamente tumefatto.
La 13enne è stata soccorsa e accompagnata in ospedale, dove i medici le hanno diagnosticato politraumatismi e bruciature sulle gambe, disponendone il ricovero con una prognosi di 21 giorni.
La giovane ha quindi raccontato di essere stata venduta per 3mila euro dalla sua famiglia e di essere poi stata portata a Venezia dalla madre del 17enne. Una volta arrivata in Italia ha tentato di ribellarsi, ma è stata violentata dal ragazzo con il concorso della madre di questi che, entrata nella stanza durante l’aggressione, ha incitato il figlio ad avere un rapporto sessuale completo e ad essere più determinato. La 13enne quindi è stata segregata e punita dopo aver tentato la fuga: dopo averla immersa nella vasca da bagno, madre e figlio le hanno provocato bruciature alle gambe utilizzando un filo elettrico.
Accertata e riscontrata la gravità dei reati la polizia ha fermato il 17enne macedone e in seguito anche la madre, accusata di concorso in violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate. Dopo il fermo del figlio, la 34enne è fuggita, ma è stata rintracciata ed arrestata a Napoli.
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