L’Aquila, 1 lug. (LaPresse) – Iniziative per denunciare le speculazioni sulla ricostruzione dell’Aquila ma anche strumenti per dichiarare la propria identità sessuale sui social network al di fuori della solita semplice dicotomia maschio-femmina; robot virtuali in grado di navigare su Facebook raccogliendo amicizie e ‘mi piace’ come se fossero persone e strumenti per navigare su Internet in modo anonimo; ma anche giocose evocazioni spiritiche, tra lumini e suoni inquietanti, di matematici che nell’Ottocento posero le basi teoriche degli algoritmi usati oggi dai software di sicurezza. Tutto questo è stato l’hackeeting 2012, il raduno nazionale degli hacker che si è concluso oggi all’Aquila.
Tre giorni di seminari, spesso sul filo dell’ironia e del gioco, per capire come mettere la tecnologia al servizio delle idee e come sviluppare nuove possibilità tecniche. A dominare è stato il trio di seminari collegati alla ricostruzione del capoluogo abruzzese. Il primo è stato presentato da Lina Calandra, docente di geografia della facoltà di lettere dell’università dell’Aquila, che ha caricato su Google Maps, insieme ai suoi studenti, i dati di migliaia di pratiche di lavori assegnati per la ricostruzione. Obiettivo: capire se, osservando le cartine, emergano concentrazioni sospette nell’assegnazione delle commesse. Poi è stata la volta di Aquileaks, che si propone di fare un Wikileaks all’Aquila, dedicato proprio ai temi della ricostruzione, più o meno con gli stessi obiettivi. E poi Globaleaks, un progetto portato avanti da tre ragazzi che hanno sviluppato un software in grado di permettere a chiunque di creare il proprio sito di ‘leaks’, applicazione sulla quale si basa appunto anche Aquileaks.
Poi è venuto il turno dei seminari più concentrati su una dimensione di gioco: uno è stato quello su genderify.me, letteralmente ‘generizzami’ cioè ‘dammi un genere’, un sito sul quale è possibile indicare come ci si sente davvero: per esempio 80% maschio e 20% femmina, o se si pensa di avere un carattere più dominante o più sottomesso, in un gioco infinito in cui è possibile inserire tutte le categorie che si vuole. “Abbiamo sviluppato – spiega Andrea Marchesini, noto nel mondo hackmeeting come con lo pseudonimo di ‘Baku’, che ha scritto il software insieme a un altro programmatore, Carlo Frinolli, ‘Carl0s’ – questo sito insieme alla comunità queer londinese”, che ha scritto gran parte dei testi (tutti in inglese) che vi si trovano. L’obiettivo è, in un clima giocoso, lasciarsi andare alle proprie inclinazioni e poi condividerne il risultato su Facebook e Twitter. Insomma un invito all’outing. Sullo stesso filone, un altro seminario (seguitissimo, l’hackmeeting non è solo tecnologia) è stato dedicato alla ‘contrasessualità’: tre ore di autoanalisi collettiva su sesso, aspettative nei confronti dei partner, limiti imposti dalla società e da se stessi.
Poi è stato il turno della presentazione di un altro programma, scritto sempre da Baku, che simula un utente di Facebook, una ragazza. Lanciato sei mesi fa, da allora è passato da 3 amici a 400. Il software studia il comportamento di questi ultimi e si comporta di conseguenza: seleziona ‘mi piace’ su alcuni degli elementi più popolari, risponde a richieste di amicizia e ne invia altre autonomamente. Risultato: nessuno si accorge che non si tratta di una persona vera. Anzi, qualcuno prova anche ad attaccare bottone. “Una cosa divertente che capita, è che quando il software – racconta Baku – chiede l’amicizia a un ragazzo fidanzato, pochi giorni dopo la compagna chiede l’amicizia al mio utente. E’ successo otto volte”.
Momento ludico è stato anche quello inserito all’interno di un seminario dedicato alla sicurezza informatica e in particolare al ‘man in the middle’, una tecnica con la quale qualcuno può intercettare le comunicazioni tra due computer. Una tecnica sviluppata a partire dalle intuizioni, pubblicate postume, di un giovane matematico francese di inizio Ottocento morto giovanissimo nel corso di un duello. Abbassate le luci, il suo spirito è stato evocato nel corso del seminario, e lui è apparso, nelle vesti di un giovane hacker, per raccontare a tutti i segreti delle sue tecniche.
Numerosi i seminari tecnici, come quelli su Tor, un protocollo che permette la navigazione di internet in modo anonimo. Non sono mancati poi i momenti culturali, con l’esposizione di tre mostre fotografiche: una dedicata al capoluogo abruzzese “L’Aquila non è solo il terremoto”, una rassegna che intendeva sottrarre la città alla condanna di essere ormai invariabilmente associata al sisma; una dedicata alla lotta del movimento No Tav in Val Susa; una terza che mostrava immagini varie legate alla tecnologia: per esempio alcune facce non risconosciute dai sistemi automatici delle metropolitane per via di un trucco troppo pesante o di tratti somatici particolari.
Ma l’hackmeeting di quest’anno è stato anche l’occasione per fare il punto per ‘Autistici e inventati’, un collettivo che dal 2001 anni mette a disposizione, grazie a server autogestiti, caselle email, mailing list, server per lo streaming radiofonico e così via per migliaia di militanti del variegato mondo dell’antagonismo italiano. E’ stato infatti presentato un libro, intitolato ‘+ kaos’, edito da Agenzia X, che racconta la storia di questi oltre dieci anni di lotte a fianco dei movimenti sempre col motto “Condividere saperi senza fondare poteri”. Una carrellata di interviste a chi c’era, a chi ha visto da vicino, a chi ha partecipato a un pezzo importante della storia politica italiana più recente.
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