Teramo, 29 giu. (LaPresse) – Nelle prime ore di questa mattina, verso le 7.20, un detenuto 44enne, di origini italiane, si è suicidato impiccandosi nella cella del carcere di Teramo, dove era detenuto per reati vari, con le lenzuola in dotazione. A renderlo noto è il sindacato Uil Penitenziari. “Il detenuto suicida, M.P., avrebbe finito di scontare le pena nell’agosto del 2017- riferisce il segretario generale della Uil Penitenziari, Eugenio Sarno-. A nulla sono serviti i pur tempestivi soccorsi da parte dei poliziotti penitenziari in servizio, così come si è rilevato vano l’intervento del medico di turno nel carcere e il successivo intervento del 118 che hanno solo potuto constatare il decesso. “E’ il 24° suicidio in cella di questo 2012.- sottolinea Sarno-. Ancora una volta un detenuto ha deciso di evadere dalla vita”. “E’ del tutto evidente – rimarca il sindacalista – che le parole da sole non bastano più. Per quanto autorevoli ed accorati nemmeno gli appelli e le sollecitazioni del Presidente Napolitano hanno sortito effetti concreti”. “Continuiamo, quindi, a chiederci – aggiunge Sarno- se la presenza del 42% di detenuti non condannati in via definitiva possa essere ulteriormente tollerata e se non sia giunta l’ora di decidere che per i tossicodipendenti ( circa il 33% della popolazione detenuta) non debba essere previsto un percorso socio-sanitario nelle comunità di recupero. Ancora una volta facciamo appello al legislatore di tener conto delle soluzioni che vengono indicate dagli operatori penitenziari, che sono ben diverse dalla produzione di norme inutili varate dal Parlamento”. “Lo stesso Ministro Severino – prosegue trovi tempo e voglia per convocare le rappresentanze del personale, giacchè anche gli operatori penitenziari con in testa la polizia penitenziaria scontano l’infamia di un grave disagio lavorativo accentuato dalle scellerate politiche economiche di un Governo che ragiona solo in termini ragioneristici e che ha perso di vista la centralità delle persone e dei loro diritti”. “Nonostante tutto è solo grazie – conclude il segretario generale della Uil Penitenziari – all’impegno, alla dedizione, alla professionalità dei baschi blu e degli operatori pedagogici che questa estate non ha fatto ancora registrare eventi critici significativi, anche se i recenti disordini nelle carceri di Taranto ed Avellino sono segnali prodromici allo tsunami penitenziario che potrebbe arrivare da un momento all’altro”.

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