Roma, 28 giu. (LaPresse) – Dopo 69 anni è stata identificata, adagiata a circa 1000 metri di profondità nel Golfo dell’Asinara, a circa 16 miglia dalla costa sarda, una parte del relitto della Corazzata Roma, affondata il 9 settembre del 1943 da un aereo tedesco. Le vittime furono 1352 tra le quali il comandante delle forze navali da battaglia della regia Marina, l’ammiraglio di squadra Carlo Bergamini. Solo 622 furono i sopravvissuti.
A girare le prime immagini del relitto è stato Guido Gay, ingegnere che da molti anni conduce in zona sperimentazioni di apparecchiature di esplorazione subacquea da lui ideate e costruite. Grazie all’ausilio di un robot subacqueo, ‘Pluto Palla’, e ad altri strumenti imbarcati a bordo di un catamarano, il sito dove giace il relitto della Corazzata Roma è stato quindi individuato e visitato. Il personale della Marina Militare ha verificato “la inequivocabile coerenza delle immagini”, riprese per la prima volta il 17 giugno e ripetute oggi, di pezzi di artiglieria contraerea imbarcata sulla Corazzata, ritenuta uno dei più importanti sacrari del mare.
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