Brindisi, 11 giu. (LaPresse) – Giovanni Vantaggiato, nel compiere l’attentato alla scuola Morvillo e Falcone del 19 maggio scorso, in cui ha perso la vita la 16enne Melissa Bassi, non era da solo. Ne è convinta Ines Casciato, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce, che sabato sera ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 68enne rivenditore di carburanti di Copertino, reo confesso della strage. Dopo tre ore di interrogatorio il gip aveva convalidato il fermo, confermando anche l’accusa nei confronti di Vantaggiato, cioè quella di strage aggravata dalla finalità terroristica. E nonostante il legale dell’uomo, Franco Orlando, continui a ripetere che il suo assistito ha agito da solo e “ha escluso qualunque tipo di partecipazione di altre persone ai fatti”, l’ordinanza parla chiaro. Vantaggiato “ha implicitamente ammesso la presenza di almeno un altro complice”, scrive il gip, secondo la quale il 68enne nel corso dell’interrogatorio “almeno in due circostanze” ha utilizzato il plurale nel descrivere le operazioni compiute prima e dopo l’attentato. Fatto questo che si aggiunge alla testimonianza di una persona che ha dichiarato di aver notato verso l’1.30 della notte prima dell’attentato, nei pressi del chiosco, un uomo che spingeva un bidone della spazzatura in direzione della scuola. La descrizione dell’uomo fornita dal testimone non corrisponde a quella di Vantaggiato e per il gip “confermerebbe la presenza di altre persone sul luogo del delitto, almeno nelle fasi preparatorie dello stesso”.
Il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza ricostruisce quanto raccontato dal reo confesso durante l’interrogatorio. Un piano, quello organizzato dall’uomo, programmato “fin da prima Natale”, cinque mesi prima di far saltare in aria le bombole del gas. Vantaggiato ha riferito di aver acquistato quattro telecomandi, di aver composto il materiale esplodente utilizzando potassa e acido nitrico e di avere testato più volte la miscela nelle campagne vicino Leverano prima di utilizzarla nell’attentato. La scuola Morvillo Falcone è stata scelta “perché – si legge nell’ordinanza – era vicina all’uscita dalla città e più facile da colpire”.
L’ accusa nei confronti dell’uomo resta quella di strage in concorso con l’aggravante della finalità di terrorismo, così come configurata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce nel decreto di fermo, anche per l’individuazione “casuale ed indiscriminata dell’obiettivo” e “per l’effetto intimidatorio e il conseguente grave allarme della popolazione della città di Brindisi e dell’intera nazione”. Vantaggiato, quindi, era consapevole che il suo gesto avrebbe avuto un “effetto destabilizzante”, ma, soprattutto, sapeva che l’attentato avrebbe “stroncato giovani vite umane”. Da qui la decisione di applicare “la misura coercitiva massima della custodia cautelare in carcere”, nel timore che Vantaggiato potesse essere recidivo.
Intanto il preside della scuola, Angelo Rampino, è stato sospeso dal suo incarico. Alla base del provvedimento, secondo quanto spiegano fonti qualificate del ministero dell’Istruzione, ci sarebbe il comportamento tenuto e alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa dal dirigente scolastico, dopo la strage del 19 maggio scorso e, quindi, la sospensione non sarebbe legata alle indagini giudiziarie sull’attentato.
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