Palermo, 23 mag. (LaPresse) – E’ un ricordo personale quello che il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso riserva agli amici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel ventennale delle stragi che causarono la loro morte, commuovendosi e spiegando: “Scusate la commozione che non riesce a passarmi neanche dopo 20 anni. Paolo e Giovanni sono sempre stati per me e per molti italiani dei sicuri punti riferimento in cui credere per il loro coraggio e la speranza che sapevano infondere”. Nell’aula bunker dell’Ucciardone di palermo Grasso descrive Falcone come “una persona seriosa, schiva, di poche parole e diffidente, ma anche con una vivace intelligenza e con enormi capacità lavorative. Capace di vedere prima di ogni altro l’evoluzione dei fenomeni criminali e di progettare le strategie. La sua qualità più evidente era la capacità di soffrire, di sopportare più degli altri, di non arrendersi mai”. Borsellino, invece, era “diverso, una persona semplice e estroversa. Pacato ma deciso, senza retorica. Credeva nei giovani”.

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