Roma, 23 apr. (LaPresse) – “Volevo bene a Simonetta, mai avrei pensato di poterle fare del male”. Con un fuori programma Raniero Busco, condannato per la morte di Simonetta Cesaroni, prende la parola davanti alla corte d’Assise d’Apello di Roma dove pochi minuti fa è iniziata la requisitoria del procuratore generale. “Quando ho saputo della morte di Simonetta – continua Busco che in aula è presente con la moglie Roberta Millantarì – è stato il dolore più grande della mia vita”. E ha concluso: “Ora mi aspetto un riconoscimento della mia innocenza”.
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