Roma, 28 feb. (LaPresse) – L’ex presidente Giancarlo Cimoli e l’ex amministratore delegato Francesco Mengozzi vanno processati per la bancarotta della vecchia Alitalia. I pm Stefano Pesci e Francesca Loy della procura di Roma hanno depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti degli ex vertici della compagnia aerea e di altri 5 manager. Per tutti l’ipotesi di reato è quella di bancarotta, per dissipazione e/o distrazione, a seconda delle posizioni. Per Cimoli si ipotizza anche l’aggiotaggio. I cinque manager per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono l’ex direttore centrale del settore Amministrazione e Finanza, Gabriele Spazzadeschi, l’ex responsabile del settore Finanza straordinaria, Pierluigi Ceschia, i funzionari preposti alla trattativa per l’acquisizione di Volare, Giancarlo Zeni e Leopoldo Conforti, e l’ex responsabile Acquisti e Gestione Asset Flotta delegato a occuparsi della vendita di due MD80, Gennaro Tocci.
Il dissesto dell’Alitalia prima dell’avvento della Cai, prima di finire sotto la lente della magistratura di Roma era stata sotto la lente della Corte dei Conti del Lazio, che aveva avviato un’istruttoria per accertare se nella gestione dell’erario ci fossero stati dei problemi gestionali nel periodo 2001-2007. I magistrati contabili hanno chiesto alla procura della repubblica di Roma le carte dell’inchiesta giudiziaria sull’ipotesi di bancarotta formulata a carico di alcuni manager e funzionari. L’indagine preliminare della procura è stata chiusa formalmente a fine luglio, quando agli indagati è stato notificato l’avviso di chiusura indagine. Secondo gli inquirenti, la cattiva gestione della compagnia ha causato nel periodo oggetto dell’indagine perdite per circa 4,7 miliardi di euro. Gli episodi di bancarotta contestati sono sei: la gestione del settore Cargo, lo spezzatino tra Alitalia Fly e Alitalia Servizi, l’acquisto di Volare Group, la vendita di Eurofly, la vendita di alcuni MD80, la consulenza straordinaria da 50,8 milioni di euro affidata a McKinsey.

