Reggio Calabria, 23 feb. (LaPresse) – La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha sequestrato beni per una valore di circa 12 milioni all’imprenditore edile 49enne Santo Crucitti. L’uomo è accusato di essere il capo dell’omonima cosca attiva nel territorio di Condera – Pietrastorta di Reggio Calabria. Con decreto del tribunale di Reggio Calabria del 5 novembre 1997 l’imprenditore è già stato sottoposto a due anni di sorveglianza speciale per turbative di gare d’appalto. Le accuse sono state confermate da due indagini chiamate ‘Pietrastorta’ e ‘Raccordo’. Nell’ambito del primo procedimento Crucitti, dopo essere stato raggiunto da una ordinanza restrittiva del gip di Reggio Calabria del dicembre 2005, è stato condannato in prima istanza dal gup di Reggio Calabria, l’8 febbraio 2010, alla pena di sei anni ed otto mesi di reclusione per il reato di associazione mafiosa. Nel secondo procedimento è stato raggiunto dal decreto di fermo della procura della Repubblica dell’8 aprile 2011 e poi dall’ordinanza di custodia cautelare del 13 aprile 2011 per i reati di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver agito con metodo mafioso. Successivamente Crucitti è stato colpito da una ennesima ordinanza custodiale emessa dal gip di Reggio Calabria nel novembre 2011 per i reati di bancarotta in relazione alla società ‘Planet Food Srl’ e fittizia intestazione (reati entrambi aggravati da metodo mafioso) da parte del nipote Antonio Gennaro Crucitti in merito alle quote sociali in capo alla società ‘Epi Srl’ nonchè alla ‘Fitland’ società sportiva dilettantistica e alla impresa individuale di Antonino Gennaro Crucitti. Le indagini hanno dimostrato, infatti, che tutte queste società erano riconducibili in tutto o in parte a Santo Crucitti.

Per quanto riguarda l’aspetto patrimoniale, è stata accertata una cospicua sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto quindi è scattato il provvedimento di sequestro che ha riguardato il capitale e quote delle società intestate o riconducibili all’imprenditore, un appartamento a Reggio Calabria di circa 180 metri quadrati, fabbricati e locali per esercizi sportivi con fini di lucro, una autorimessa e disponibilità finanziarie in corso di quantificazione. Il valore dei beni sottoposti a sequestro è di circa 12 milioni di euro.

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